Storia di Roma di Ettore Pais

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      cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
      Apollo Delfico dopo la presa di Veio, avevano offerto il proprio oro al fine di riscattare la patria. Allora erano state premiate con il diritto di farsi trasportare in carrozza, ed ora si concede loro di essere pubblicamente lodate al par degli uomini dopo morte. (1) Si stringe infine pubblica ospitalità con i Ceriti, che avevano accolto i " sacra „ ed i sacerdoti romani. La plebe però non è per ciò soddisfatta; i suoi tribuni rinnovano la proposta di emigrare a Veio, ed anche ora, come qualche anno prima, Camillo, valendosi d'argomenti che toccavano soprattutto il sentimento religioso, riesce a trattenere i suoi concittadini. Le fatidiche parole: " qui rimarremo ottimamente, „ pronunciate nel Comizio da un centurione, mentre dà un ordine ad un porta bandiera, sono prese come di buon augurio e inducono i dissidenti ad accettare il consiglio del salvatore dellapax emeretur, non plus quam mille pondo effìci potuere. nec ignoro oo oo pondo auri perisse Pompeio III cos. e Capitolini Iovis solio a Camillo ibi condita, et ideo a plerisque existimari oo oo pondo conlata cet. „ Su questa notizia v. Mommsen, roem. Forschungen, II, p. 330, n. 75. Secondo Diodoro, XIV, 117, Poro è ritolto ai Galli dagli abitanti della città di Oòsxoxioy, la quale era confederata di Roma. Diodoro accenna pure alla versione secondo cui i Ceriti (òtzò Kspctov codd.) sorprendono di notte i Galli, e con essa si collega lato notizia di Strà-bonk, I, p. 220 C, secoudo cui furono i Ceriti quelli che tolsero la preda ai Galli nella regione dei Sabini. Secondo la notizia serbata apd Serv. ad Aen. VI, 825, Camillo riprese tale bottino presso una città che, in seguito a tal fatto, si chiamò Pisaurum. Il nome Pisaurum, secondo il Mommsen, roem. Forschungen, II, p. 236, dovrebbe sostituirsi al corrotto Oòsaoxtov di Diodoro. La correzione non pare buona, ed a ragione, al Burger, sechzig Jahre, p. 40 sgg., il quale combatte anche la non infelice emendazione del Niebuhr OOoXaJv.ov e di suo propone a-Xiaxov. A me sembra che la miglior correzione sia ©oùoxXov, pure suggerita dal Niebuhr, e che si accenni alla vittoria da L. Furio nel 349 a C., Liv. VII, 26, le cui gesta sono spesso confuse con quelle di M. Furio. Intorno alla forma ©oDsxoi v. Dion. Hal. 1, 30. Il fatto che Diodoro in questo stesso capitolo usa la forma ToOaxot non dimostrerebbe al caso nulla di contrario, non solo perchè egli ha poche righe innanzi anche quella di T'jpp>jvo£; ma perchè potrebbe averla trovata così nei suoi testi, da lui meccanicamente riprodotti. Intorno alle pretese dei Livi Di usi, che uno di essi avesse ritolto Toro gallico, Suet. Tib. 3, v. oltre.
      (*) Liv. V, 50, 7; Diodoro, XIV, 116 extr., invece dice che in grazia di ciò le donne, secondo alcuni autori (Xsyouai Sé xivsg), avrebbero conseguito scp' àp-paxcov òysiafra: tzxzòc zrjv tcóXiv. Il che è precisamente quanto era stato riferito per il tempo seguente alla presa di Veio, v. s. p. 28.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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