Storia di Roma di Ettore Pais
62
cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
combattuto contro Roma anche genti di Tuscolo; Camillo muove quindi contro la città infedele; ma i Tuscolani vogliono provare l'innocenza loro. Camillo trova aperte le porte della città, gli artefici sono intenti alle loro opere, si odono i discepoli che apprendono ad alta voce ; Camillo non trova materia da guerra ed i Tuscolani ottengono facilmente la pace, e poco dopo la cittadinanza romana. (l) Nel 380 i Prenestini tentano un supremo sforzo e si spingono con le loro scorrerie fino alla porta Collina. Contro di essi muove daccapo il dittatore T. Quinzio Cincinnato ed il fiume Allia, infausto per la sconfitta gallica, è illustrato da una grande vittoria romana; i Prenestini fuggono ed il dittatore in nove giorni prende Yelletri ed otto castelli che dipendevano da Preneste, la quale pure si arrende; Quinzio trionfa e dedica a Giove Capitolino la statua di Giove Imperatore, tolta ai Prenestini. (2) Ciò non di meno, nel 379 si parla di una nuova ribellione di costoro che eccitano i Latini, (3) e, nel 278 di guerre contro i Yolsci, il cui territorio viene scorazzato da due eserciti romani; uno percorre tutta la spiaggia sino ad Anzio, l'altro la regione interna sin dove era Ecetra. (4) Nel 377 i Latini ed i Yolsci alleati si riducono, come nel 38G, a Sa-
(1) Liv. VI, 22-26; Dion. Hal. XIV, fr. 6, che coglie l'occasione per fare un confronto fra la crudeltà greca e l'equità romana; Val. Max. VII, 3, 9 ext.; Plut. Cam. 38; Cass. Dio. fr. 28.
(") Liv. VI, 29, 8: triumphansque signuni Praeneste devectum Iovis Impe-ratoris in Capitolium tulit. dedicatimi est inter cellam Iovis ac Minervae, tabu-laque sub eo fìxa, monumentimi rerum gestarum, bis ferme incisa litteris fuit : Iuppiter atque divi omnes hoc dederunt, ut T. Quinctius dictator oppida novem caperei Livio poco innanzi aveva detto che u octo praterea oppida erant sub dicione Praenestinorum, „ e dopo aver parlato della presa di Velitrae, aveva aggiunto che Preneste si ebbe per deditionem In Festo s. v. trienteni p. 363 M, si legge: quom per novem dies totidemque urbes et decimam Praeneste cepis-set„. In un frammento di Dionisio, XIV, 5, è pure accennato alla ricca preda ed alla conquista di nove città in nove giorni. Diodoro, XV, 47 ad a. 374 (= 382 a. C. secondo Varr.), dice solo: 'Popmot npbg npouvsaxivoog rcapaxa-gajaevoi xa£ vtxYjaavtsg xoò$ 7rXs:oxoog xtòv avxtxagajiévwv xaxsxo<{;av.
O Liv. VI, 30, 8.
(4) Liv. VI, 31, 5: a Sp. Furius M. Horatius dextrorsus maritimam oram atque Antium, Q. Servilius et L. Geganius laeva ad montes Ecetram pergunt „.
| |
Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
|
Pagina (109/795)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Roma Tuscolo Camillo Tuscolani Camillo Tuscolani Prenestini Collina Quinzio Cincinnato Allia Prenestini Yelletri Preneste Quinzio Giove Capitolino Giove Imperatore Prenestini Latini Yolsci Anzio Ecetra Latini Yolsci Liv Dion Val Plut Cass Liv Praeneste Iovis Impe-ratoris Capitolium Iovis Minervae Iuppiter Quinctius Livio Praenestinorum Velitrae Preneste In Festo Praeneste Dionisio Varr Popmot Yjaavtsg Liv Liv Horatius Antium Servilius Geganius Ecetram Camillo Hal Cam Dio Diodoro
|