Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE LEGGI LICINIE SESTIE
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      un quinquennio (375-371), ovvero per un anno, secondo un'altra versione (375 a. C.), i Romani sono privi di magistrati curuli. (l) Non si creano, è vero, i magistrati dello Stato, ma la plebe rielegge costantemente i suoi arditi e tenaci tribuni. Il pericolo che nel 370 corrono i Tuscolani, assediati da quei di Velletri, induce i plebei a concedere che in quell'anno si nominino i tribuni militari, che riescono però eletti tutti fra i patrici; (2) ma nel 369 i medesimi tribuni della plebe aggiungono alle precedenti pretese anche questa: che in luogo dei duoviri patrici che attendevano ai culti stranieri " sacris faciundis, „ se ne nominassero dieci, dei quali cinque fossero plebei. (3) Xel 368 i patrici ricorrono come ad ultimo rimedio a Camillo dittatore la quarta volta, ma i tribuni della plebe richiamati a tale ufficio per la nona volta lo minacciano di una grossa multa e lo obbligano a dimettersi, (4) ed a Camillo, che, secondo altre versioni, avrebbe abdicato perchè non creato secondo il giusto rito religioso, succede nello stesso ufficio P. Manlio. Questi (essendo la plebe decisa a pretendere che si approvasse la legge agraria e quella sulle usure, ma disposta a cedere sulla nomina di uno dei suoi a console), mosso da riguardi di parentelaO V. s. p. 63, n. 3.
      (*) Liv. VI. 36, 3.
      (3) Liv. VI, 37, 12; cfr. Ili, 10, 7.
      (*) Liv.VI,38, 9: 14 sed re neutro inclinata magistrata se abdicavit, seu quia vitio creatus erat, ut scripsere quidam, seu quia tribuni plebis tulerunt ad pie-beni, idque plebs scivit, ut si M. Furius prò dictatore quid egisset, quingentum milium eis multa esset. sed auspiciis magis quam novi exeinpli rogatione deter-ritum ut potius credam, cu in ipsius viri facit ingeniuni, tum quod ei suffectus est extemplo P. Manlius dictator — quem quid creali attinebat ad id certamen. quo il. Furius victns esset? — et quod eundem M. Furium dictatorem insequens annus habuit, haud sine pudore certe fractum priore anno in se imperium re-petiturum Livio fa immediatamente seguire altre considerazioni e concbiude per giustificare la sua opinione con il notare: u et quod usque ad menioriam nostrani tribuuiciis consularibusque certatum viribus est, dictaturae semper al-tius fastigium fuit „. Plutarco, Cam. 39, 4, ricorda la multa ed accenna, senza risolverlo, al dubbio se Camillo cedette davanti alle minaccie di multa e di esilio, ovvero, o se si ritirò perchè vide di non poter vincere l'opposizione della plebe. Secondo lui Plutarco, ib. 39, 4, Camillo nel dimettersi si sarebbe finto malato. Sulla cifra della multa cfr. s. p. 45, n. 2.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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