Storia di Roma di Ettore Pais
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cap, vi. - dall'invasione gallica etc.
pretesti, del resto, si fa menzione anche in occasione della guerra dei Galli invasori della valle del Po occupata dagli Etruschi. (l) L'efficacia del racconto di questa più vetusta invasione celtica sull'altra di cui qui ci occupiamo pare del resto testimoniata anche dal pseudo sincronismo della presa di Yeio e di Melpuin. (*) Merita ad ogni modo poca fede la notizia che i Galli, volendo vendicarsi dei Romani, avessero cercato un rinforzo fra i propri connazionali. Dall'altro lato sono evidenti le note tendenze giuridiche o religiose della storiografia romana, narrata dai suoi sacerdoti custodi del diritto, ove mira a far credere che se Roma fu presa ciò avvenne per aver violato il diritto delle genti e per non aver atteso prima della battaglia l'assistenza degli dei. (3)
I vari particolari relativi alla battaglia delI'Allia paiono essere in grande parte storici; tuttavia anche in questo caso, la versione diodorea contiene dati che sono in opposizione con quelli di Livio. Secondo lo storico romano, il quale è forse qui più accurato che altrove e che meglio dello scrittore greco riproduce i dati topografici riferiti dagli annalisti nazionali, la battaglia si svolge ad undici miglia da Roma, sulla sponda sinistra del Tevere; Diodoro invece parla di una località a circa dieci miglia dalla Città sulla riva destra. (4) I più autorevoli critici moderni hanno accolto ge-
non fuisse, qui primi Alpes transierint satis constat cet. „ E qui Livio fa seguire uua storia delle invasioni galliche, derivata da fonti diverse, che si collega in parte con l'opera storica di Cornelio Nepote, ma tradisce anche evidenti derivazioni dalla tarda storiografia greca e notizie diffuse originariamente dai Massalioti. Sul che dirò nel secondo volume di questa storia.
(1) Polyb. XH. II, 17, 8.
(2) Cornkl. Nep. apd Plin. Ili, 125.
(3) Cass. Hebi. apd Macrob. I, 16, 22; Liv. VI, 1, 11; cfr. Verr. apd Gell. NA. V, 17. Sarebbe però erroneo vedere in ciò una peculiare ristrettezza della più antica annalistica romana, dacché a tale Ssr.Ji5ai;jtov:a, prescindendo dalle opere più antiche, erano ancora inspirate le storie di Timeo, che in tal modo ad es. spiegava la vittoria degli Ateniesi sui Siracusani, v. fr. 104 M. FHG. I, p. 219, e quelle del suo compilatore Diodoro. Analoghe osservazioni si fecero del resto, ad es. dopo la sconfitta del Trasimeuo, Liv. XXII, 9, 7.
(4) Diod. XIV, 114, sa di ottanta stadi e Plutarco iuvece Cam. 18, 9, ha novauta; ciò che risponde meglio alle uudici miglia di Livio.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (127/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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