Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELL'INVASIONE GALLICA. 88
Galli avrebbero trovati i senatori romani nelle loro case; altri invece affermavano che costoro si raccolsero nel Foro. (*) Con questa ultima versione si accorda evidentemente la notizia di Livio, che pur segue la tradizione opposta, secondo il quale il pontefice Fabio o Folio li avrebbe consacrati tutti alla morte. E solo ammettendo che il vecchio Papirio si trovasse insieme ai suoi colleghi raccolti nel Foro, si spiega come mai il colpo che egli dette con lo scettro al Gallo insolente porgesse occasione alla strage dei senatori. L'aneddoto della barba di costui si riconnette del rimanente con la leggenda secondo la quale Camillo, per impedire che i Galli afferrassero nel combattimento quella dei Romani, ordinò ai suoi di radersi, (*) ed in ciò abbiamo l'imitazione di un noto episodio della storia di Alessandro Magno. (3) Perchè poi i senatori romani decidano di lasciare la vita nella Curia o nelle loro case non è chiaro; se infatti, come dice la tradizione liviana che pure riferisce questo aneddoto, essi deliberarono di non abbandonare la città nativa perchè non ripararono nel Campidoglio, perchè non confidarono, come il tribuno Sulpicio e i loro colleghi Claudio eV
Cornelio, nella protezione di Giove Tutore? (4) E lecito quindi supporre che questo aneddoto stesse originariamente in relazione con una tradizione, secondo la quale i Galli sarebbero penetrati inC) V. s. p. 53, n. 3.
O Lyd. de mens. IV, 22.
(*) Ptol. Lag. apd Syn. calv. enc. 15; Plut. Thes. 6, 5; rey. et imper. apo-jrfith. Alex. 10; Polyaen. IV, 3, 2.
(4) Certo non è una ragione quanto dice Livio, V, 39, 12: " si arx Capi-toliumque, sedes deorum, si senatus, caput publici consilii, si militaris iuventus superfuerit imminenti ruinae urbis, facilem iactùram esse seniorum relictae in urbe utique periturae turbae „. Su Appio Claudio e Brenno v. Fest. s. v.: ve victis p. 372, M: a cum Roma capta a Senonibus Gallis aurum ex conventione et pacto adpenderetur, ut recederent, quod iniquis ponderibus exigi a barbaris quaerente Ap. Claudio, Brennus rex Gallorum ad pondera adiecit gladiuin, et dixit : ve victis cet. „; con questa notizia va collegato quanto Svetonio, Tib. 1, dice sui Claudi e le loro sepolture ai piedi del Capitolino. Sui Cornell v. Liv. IX, 4, 8, il quale a L. Cornelio Lentulo nel 321 a. C., fa dire: u patrem meum, inquit, consules, saepe audivi meinorantem se in Capitolio unum non fuisse au-ctorem senatui redimendae auro a Gallis civitatis cet. „
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (130/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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