Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELL'ASSEDIO GALLICO DEL CAMPIDOGLIO.
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ogni probabilità le pretese dei Ceriti a questo riguardo non valgono molto più di quelle dei Romani, e se a noi fosse pervenuta maggior copia dei frammenti delle versioni più antiche di origine non romana, forse troveremmo che qualche altra delle città assalite durante le stesse invasioni galliche si vantava di simili imprese. Certo l'etrusca Chiusi in tale occasione inseriva nella sua storia un aneddoto del genere di quelli di Lucrezia e di Verginia, (') ed anche per Efeso, e giusto a proposito di codeste invasioni celtiche, si raccontava una novella che si ritrova nella pseudo storia romana e che da taluni era riferita ai tempi dell'assedio gallico. (*) Cosi gliquesto racconto, par chiaro che Poro tolto ai Galli o nel 283 o nel 207 od in una altra occasione venne scambiato con quello dato ai Galli al tempo dell'assedio del Campidoglio, allo stesso modo che Toro rapito dai Galli a Delfo venne a torto identificato con quello che a Tolosa fu depredato da Servilio Cepione, v. Tjmag. fr. 9 in M. FHG. III. p. 323. Una vanteria del genere dei Drusi era quella degli Appi Claudi, uno dei quali (da degno predecessore del celebre censore) avrebbe fatto osservazioni a Brenno sulla falsificazione delle bilancie v. Fest. p. 372 s. v. ve victis. Cfr. le simili vanterie dei Cornell, Liv. IX, 4, 7; v. s. p. 83, n. 4. Intorno a tali tendenze v. oltre in questo capitolo.
(*) Y. s. p. 20, il. 4; parte I, p. 556. Se non m'inganno con un antico racconto delle invasioni dei Galli contro le citta etrusche si riferisce il seguente frammento da Suida, s. v. xaisatispxs II, p. 158 Bernh.: Ao-ftanòs Ss aòxòv sxsivosxaiéaTtspxev àvfrpa)7tot)£ àxoXaato'JS cpóaiv xoi>£ Toppyjvoùs, tigXsjiccov scpoSov jiy;Sa,i7j [iy;daiJLU)g ucpopa>tiévo!)£, ò[3p:£etv xa! pcpicovsósiv. Questa notizia, che fa in qualche modo pensare alla nota storia della leggendaria Àmyclae presso Fondi (già riferita da Lucilio apd Serv. ad Aen. X, 564), e che dall'altro lato pare avere uno stretto rapporto con ciò che intorno alla mollezza degli Etruschi riferivano Teopompo, fr. 222 M, e Timeo, fr. 18 M, può forse riconnettersi con il passo di Polibio, II, 17, 2, dove, dopo essersi parlato dell'estensione della dominazione etrusca; si dice che i Galli, i quali con i finitimi Etruschi avevano relazioni di commercio, r.epi io xdXÀO£ xvjg X^Pa£ ócp$aX,i£aaav'ueg sx jjuxpag Ttpocpaaswc; ^sydXvj azpoixiq, Tiapagógcag szsXS-óvTsg sgéfìaXov ex ryjg nepi zòv IldSov yeipag Toppr,voó$.
(2) Quanto Clitofonte apd Stob. fior. X, 71 et [Plut.] parali, min. 15, racconta a proposito della fanciulla di Efeso amata da Brenno, è l'identica storia di Tarpeia, che Similo apd Plut. Rom. 17, riferiva al tempo dei Galli. Che Similo, rispetto alla cronologia non errasse di più di coloro che, secondo la tradizione diventata poi canonica, facevano venire Porsenna da Chiusi sulla fine del secolo VI a. C., ho già fatto notare, v. parte I, p. 470. Così nelle leggende di Smirne, v. Dosith. apd [Plut.] parali. min. 30, si ritrova la leggenda di Philotis
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (136/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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