Storia di Roma di Ettore Pais

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      90 cap. vi. - dall'invasione gallica etc. «
      Ardeati si facevano belli di una sconfitta data ai Galli, che fu più tardi rivendicata dai Romani se non altro con il far duce di quei loro confederati l'esule Camillo; (') così i Tiburti si vantavano di una vittoria conseguita sui Yolsci, della quale sarebbe vano cercar traccia negli annali romani. (-)
      In breve, esaminando uno per uno i vari elementi che costituiscono la storia o, diremo meglio, i vari racconti della invasione gallica, constatiamo che ci troviamo di fronte ad un complesso di contradizioni, ed anche quando le notizie derivano dalle versioni relativamente più antiche, non camminiamo sopra un terreno sicuro. Tanto meno dobbiamo poi affermare che siano di valore inferiore alle altre le versioni rifiutate dalla storia ufficiale, a noi giunte in modo assai frammentario, secondo le quali i Romani, fatta pace con i Galli, si sarebbero obbligati a pagar loro tributo, a tener sempre aperta una porta della Città e a dar loro terreno atto a lavori campestri. I Galli, stando a questa versione, sarebbero ritornati a Roma come alleati; ma i Romani dopo averli ubbriacati, li avrebbero uccisi. (3) Stando ad un'altra tradizione i Romani, al tempo dellao Tutela, che fa parte dei ciclo delle leggende romane relative all' invasione gallica; sul che v. oltre.
      (1) La tradizione per se assurda che Camillo, dopo aver vinti i Galli, sarebbe ritornato esule ad Ardea, v. Serv. ad Aen. VI, 825, mostra ad ogni modo come secondo alcuni racconti, tale vittoria gallica fosse collegata con Ardea e non con Roma e fa intravedere come nella versione liviana tale tradizione sia stata poi fusa e sdoppiata. Un analogo caso per Ardea, v. s. parte I, p. 552.
      (2) Serv. ad Aen. VII, 285.
      (3) Polyaen. Vili, 25: *Po>p,aìoi KsXxfòv -lYjv 'Pójirjv Xagóvcor/ oovvHjxag rupe* aùxèypa^avco xeXslv, ttiìX^v àvscpyptév^v r:apèxsiv Sta uaviòg xai yyjv épyaaitJLOv. Aggiunge poi che i Galli ritornarono un'altra volta e che i Romani inviarono loro molti doni ospitali e fra l'altro molto vino; narra che i Romani trucidarono quindi i Galli ubbriachi e che iva Ss xazi cov^xa; arcavia tiot^aai 5oxolev sici izèzpxg cctùpoa^aToo tiuXtjv avsroyptivyjv xavesxsóaaav. Questo racconto non pare avere origini romane, ma al pari della versione di Polibio e di Frontino, v. nota sg. converrebbe piuttosto ad una fonte greca. Intorno alla porta Pandana e ad Appio Erdonio v. s. parte I, p. 580.
      L'aneddoto dei Galli trucidati in tal modo ricompare nella storia ufficiale accolta da Dionisio, XIV, fr. 8, che la riferisce invece alla guerra di L. Furio Camillo nel territorio albano. Anche alla battaglia del Metauro i Romani uccisero come bestie i Galli ubbriachi, Polyb. XI, 1, 3. Questo medesimo elemento


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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