Storia di Roma di Ettore Pais

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      cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
      pureone, (*) il quale negli anni precedenti si era pure acquistato chiara fama con le vittorie sopra i Galli della Cisalpina. (-) Tenendo presenti questi fatti si comprendono agevolmente taluni particolari delle imprese di Camillo, ad es. la distruzione completa dei Galli presso Gabì. (s) La tradizione mette in rilievo come questi personaggi del III secolo a. C., celebri ambedue per la vittoria sui Galli, si rendessero degni delle gesta dei loro ancor più famosi avi; è invece ovvio riconoscere che con le gesta dei Manli e dei Furi del tempo di Annibale vennero ornate ed accresciute quelle degli antenati del IV secolo. (4) In breve la storia delle relazioni fra Manlio e Camillo venne in gran parte foggiata a seconda delle tendenze e dei sentimenti del secolo III, (5) e rispetto a tali genti si procedette come per le altre grandi casate romane, per i Fabì, i Valeri, i Quinzì, assegnando ad età anteriori fatti tolti da età storiche molto più recenti. Il cognome Capitolino venne spiegato per mezzo di un preteso salvamento del Campidoglio, ed alla formazione della leggenda che M. Manlio aspirasse a diventare re, potè contribuire il reato di qualche Marco, ciò che indusse i Manli ad abbandonare quel prenome, cosi come i delitti di due Claudi furono causa per cui codesti gentili non assumessero più quello di Lucio. (6)
      (l) L. Furio cercò ma vanamente di impedire il trionfo di Gn. Manlio nel 187 a. C., Liv. XXXVIII, 45 sqq.
      H Liv. XXXI, 21; 49 ad a. 200 a. C.; cfr. XXXIII, 37 ad a. 196.
      (3) Anche per una vittoria di L. Furio ad a. 196 a. C. si dice, Liv. XXXIII, 37, 8: u ut vix nuntium cladis hosti reliquerent „; il che è precisamente quanto si raccontava rispetto alla vittoria di M. Camillo sui Galli presso Gabì 390 a. C: a et ne nuntius quidem cladis relictus Cfr. V, 49, 7.
      (4) Livio, XXXI, 48, 12 ad a. 200 a. C. fa dire a L. Furio Purpureonej * data Fato etiam quodam Furiae genti Gallica bella, n e così da Gn. Manlio fa rammentare il suo antenato Capitolino, ib. XXXVIII, 17, 8.
      (5) Per effetto di analoghi procedimenti si fiuse il processo di A. Manlio Vulsone e di L. Furio Medullino (i consoli del 474 a. C. che avrebbero pure dovuto combattere contro i Veienti), che grazie alla loro condotta rispetto alle leggi agrarie, sarebbero stati accusati da Gn. Genucio, ossia dal tribuno che sarebbe stato trovato assassinato nella sua casa, come più tardi avvenne di Scipione Emiliano, Liv. II, 54; Dion. Hal. IX, 37 sqq.; cfr. s. p. 102.
      (6) Suet. Tib. 1.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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