Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della leggenda di m. manlio capitolino,
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      La mancanza di notizie autentiche ci vieta di insistere su quest'ultimo punto; in compenso notiamo che la leggenda della elargizione che Manlio nel 385 a. C. avrebbe fatto del suo denaro per salvare i poveri debitori plebei, è una variante ed una anticipazione delle disposizioni, che si dicono prese sotto il consolato e sotto la censura di Gn. Manlio nel 357 e nel 351 a C. Il Manlio che nel 390 avrebbe salvato il Campidoglio, e che poi nel Campidoglio si sarebbe afforzato con i ribelli, non solo è quello stesso personaggio Manlio il quale nel 342 sarebbe stato duce dei ribelli, ma è una duplicazione di quell'Appio Erdonio, che sul colle Capitolino avrebbe chiamato a riscossa gli schiavi. 0 Che infine la leggenda di Manlio Capitolino sia stata escogitata in tempi non molto vetusti indicano i particolari relativi alla sua casa, alla sua elargizione di denaro, poiché tali racconti non poterono sorgere prima del tempo di Pirro in cui accanto al tempio di Giunone Moneta venne fissata l'officina della pubblica moneta. (*)
      (') Liv. VII, 16, 1; 22, 6.
      (2) Suid. s. v. Mov^xa. II, p. 878 Berilli. Se poi il cognome di Inno Moneta derivasse da ciò, che presso questo tempio v'era di fatto l'officina monetaria attestata da Livio, VI, 20, 13, ovvero dal monito dato in occasione di un terremoto, v. Cic. de divin. ì, 45, 101; II, 32, 69, ovvero, come giudicano altri, dal radicale da cui viene anche p.vaa^at, come pare già pensasse Livio Andronico, v. Roscher, lex. s. v. Iuno II, p. 594, è una questione diversa, che per il caso nostro è in fondo indifferente.
      A noi preme constatare che accanto a quel tempio v'era la zecca e quale sia il u terminus ante quem „. Glie l'indicazione di Suida sia attendibile mostra anche la storia della prima coniazione delle monete di argento, che a Roma cade nel 269 a. C., Plin. XXXIII, 44, ossia un quinquennio dopo la partenza di Pirro dall'Italia. Rispetto al terminus post quem, „ fisso in massima il secolo III, sebbene non neghi che le condizioni dell'età sillana possano aver contribuito alla formazione di ulteriori strati della falsificazione. Il Mommsen, roem. Forschimgen, II, p. 197 sg., mette in rilievo le condizioni economiche e finanziarie dell'età di Cinna e di Siila (87-84 a. C.), ma in questo caso non tien conto sufficiente, credo, delle sedizioni che dovettero pur avvenire fra l'età di Pirro e le guerre puniche (v. Sall. hist. I, 11 Maur.) Si pensi poi in modo speciale a quanto ci è riferito intorno alla sedizione composta dal dittatore Ortensio (verso il 287), Cass. Dio, fr. 37, 2 sq., p. 110 sq. Boiss. Nello studiare questo problema va anche tenuto conto della circostanza che i frammenti di Claudio Quadrigario, fr. 7 sqq. P, che accennano alla sedizione di Manlio Capitolino, possono derivare dal vecchio annalista Acilio.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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