Storia di Roma di Ettore Pais

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      cap. vi. - dall' invasione gallica etctorno ai successi che contro i Galli avrebbero conseguito il dittatore T. Quinzio nel 361, il console C. Petelio ed il dittatore C. Sulpicio nel 360 e 35S a. €., il console M. Popilio nel 350 a. 0., non ostante che vengano ricordati anche negli Atti ufficiali dei trionfi romani. (*) Così è falso quanto si narra intorno al glorioso duello, che nel 3G7 o nel 361, a seconda dei vari annali, avrebbe sostenuto T. Manlio. Secondo ogni probabilità, esso è quello stesso che ricompare nella guerra latina del 340 a. C. e forse nella battaglia di Sentino. Che se i duelli del 367 o 361 recano gloria ed onore al Romano e quello del 340 gloria e morte al Manlio vincitore, in ciò non è da scorgere che il solito espediente degli annalisti i quali, allorché duplicavano i medesimi racconti, li esponevano in modi fra loro diversi. Con la differenziazione dei particolari gli annalisti posteriori tentavano occultare l'unità originaria del fatto o della leggenda. (2)
      L'esame delle pseudo guerre galliche fra il 389 ed il 358 a. C.
      M Che il trionfo di Petelio, che, per quello che pare, era registrato anche negli Art. Triumph. ad a. 360 a. C. non fosse una seria ed autentica vittoria, risulta dalla stessa versione di Livio, VII. 11, 10: * inridere Poeteli trininplium Tiburtes: ubi enim e uni secum acie conflixisse? „ Ma ciò si spiega bene tenendo conto che all'anno seguente Livio, VII, 16, 12, riferisce la nuova scorreria dei Tiburti durante il consolato di Popilio, sotto il quale si combatte contro tali nemici. Ma è chiaro del pari che per effetto di un'altra redazione, tale vittoria di Popilio fu riferita al 350 a. C. Liv. VII, 25, 1; cfr. Act. Triumph. ad a.; anno iti cui le gesta di lui si incrociano con quelle di Lucio Camillo, Liv. VII, /. c.
      Il falso trionfo di M. Popilio farebbe pensare alle vicende di C. Popilio, legato del console L. Cassio Longino, che per salvare gli avanzi dell'esercito distrutto dai Galli Tigurini cedette le salmerie e che di ciò accusato andò in esilio, Auct. ad Herenn. I, 15, 25; IV, 24, 34; Cic. de leg. Ili, 16, 36; Okos. V, 15, 24; cfr. Caiìs. b. G. I, 7; Liv. ep. LXV. Più tardi egli rimpatriò ed ebbe offici onorevoli, App. Mithr. 17. Da Cicerone, Brut. 25. 95, sappiamo che era " disertus Si sarebbe tentati di vedere in lui il prototipo dell'eloquente M. Popilio. che avrebbe composta la falsa sedizione del 359, Cic. Brut. 14, 56; Liv. VII, 12, 4, v. s. p. 75, n. 5. Anche a proposito dei Fabì le colpe dell'Allia e della guerra Tarquiense vennero trasformate nelle benemerenze al Cremerà.
      (2 Cfr. Liv. VI, 42 ad a. 367; VII, IO, ad a. 361; cfr. VII, 26 ad a. 349 il duello di Valerio Corvino); Vili, 7 ad a. 340 il duello di T. Manlio). Dal lato cronologico va notato come Livio, VI, 42, 6, dica che il duello del 367 da altri fosse riferito: u decem haud minus post annos „ e lo ripeta iuvece a sei


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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