Storia di Roma di Ettore Pais
le false guerre galliche; le gesta di t. quinzio. 109
dimostra del resto che il duello di T. Manlio non è il solo particolare tolto al racconto delle posteriori guerre latine, e che delle stesse vittorie si vantavano varie famiglie, le cui pretese vediamo fuse o meglio male amalgamate nelle narrazioni superstiti. Ciò apparirà ancor più evidente, se insieme ai racconti relativi alle guerre contro i Galli esamineremo anche le altre notizie che ci sono riferite intorno alle gesta dei duci, che avrebbero domati quei fieri barbari. Secondo la tradizione liviana, nel 380 a. C. il dittatore T. Quinzio Cincinnato muove guerra ai Prenestini, i quali avevano osato spingersi sino alla porta Collina, e dà loro una memorabile sconfitta sulle sponde dell'Allia. In nove giorni prende Yelletri ed altre otto città soggette a Preneste; quest'ultima è obbligata anch'essa ad arrendersi; T. Quinzio dedica nel tempio di Giove Capitolino la statua di Giove Imperatore, tolta ai Prenestini; alla statua vien sottoposta un'inscrizione in cui si rammentavano le gesta del dittatore, il quale dopo venti giorni che era stato creato, abdica. A primo aspetto diremmo di trovarci di fronte ad una delle più antiche e sincere notizie della storia romana, espressamente garantita da un monumento. Ebbene in pochi casi come in questo siamo invece in grado di sorprendere la falsificazione. Non è vero che T. Quinzio, il dittatore del 380, abbia trasportato da Preneste la statua di Giove Imperatore. Tale statua presa in Macedonia, venne invece donata a Giove Capitolino dopo il 197 a. C. da T. Quinzio Flaminino, il vincitore di Filippo Y. (*) Si potrebbeanni di distanza, al 361 a. C. VII, 10, e come secondo Eliano, NA. XII, 33, il valoroso ma sventurato giovine fosse figlio di M. Manlio Capitolino del celebre difensore del Campidoglio. Se in ciò vi sia errore di Eliano, come sarebbe ovvio pensare a primo aspetto, o traccia di differente versione, non credo agevole giudicare, come può sembrare a chi accetti senz'altro i dati della tradizione e dei fasti ufficiali. Tuttavia il fatto che secondo lui Marco Manlio al tempo dell'assedio gallico è Ò7cax£'jo)v, fa inclinare per la prima delle due ipotesi. Le gesta di uu Manlio contro i Galli ricompaiono daccapo nella battaglia di Sen-tino, 295 a. C., Liv. X, 26, 11 sg.; sul che v. oltre al cap. Vili.
(J) Cic. in Verr. a. s. IV, 58, 129: * signum illud (cioè di Giove Imperatore) quod ex Macedonia captum in Capitolio posuerat Flamininus Questa osservazione è di data antica; essa fu già fatta dal Lipsio.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (156/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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