Storia di Roma di Ettore Pais
LE FALSE VITTORIE GALLICHE; LE GESTA DEI QUINZÌ. Ilospetto a tale sottomissione di Preneste, si adatterebbe, al caso, a tempi posteriori, ad esempio a quello di Pirro, cosi come alla fine della prima guerra punica va certo riferito quanto ci e detto circa l'impresa di Camillo contro Falerì. Infine non è escluso che le relazioni che nel secolo III a. C. intercedettero fra Preneste ed i Quinzi abbiano contribuito a fingere la storia della dedica e della statua donata a Giove Capitolino dal vecchio dittatore del 3S0 a. C, (l) Anche Velletri sarebbe stata presa in un sol giorno; ma poi questa città, per esplicita dichiarazione della stessa tradizione, e cinta da un lungo e difficile assedio durante il triennio 370-368. (2) La città che si dice caduta in potere dei Romani continua a molestare con incursioni 1 agro dei suoi nemici nel 358 a. C., nel 340; infine è in armi poco prima del 323. (3) Invano, per attenuare in parte queste palesi contraddizioni, la tradizione nazionale suppone che i Yeli-
Non conosciamo la storia di Preneste per il tempo che da Pirro va alla difesa di Casilinum, 216 a. C. anzi sino a quello delle angherie su essa esercitate da Postumio, il console del 173, Liv. XLTI, 1. Preneste, ai tempi di Pi ito, tentò opporre un'effìmera resistenza che fu presto domata. Ciò non si comprenderebbe rispetto al 380 od anche nel 351 a. C. Nell'aneddoto riferito intorno al duce prenestino del tempo di Papirio Cursore, Liv. IX, 16, 17 ad a. 319 a. C., i Prenestini erano dipinti come reluttanti ad obbedire a Roma. Ciò certo avvenne al tempo della battaglia di Canne, Liv. XXIII, 17, 9. Che Preneste al tempo di Pirro meditasse ribellarsi da Roma a parte la questione se Pirro giunse, o no in codesta città, Flor. I, 13, 24; Eutrop. II, 12, 1; cfr. invece App. Samn. fr. 10, 3; Plut. Pyrrh. 17) risulta da Zonara, VIII, 3. Anche più tardi Preneste ci tenne a mostrarsi indipendente e perciò nel 216 i Prenestini clie avevano difeso Casilino rifiutarono la cittadinanza romana, Liv. XXIII. 20, 2. Ne è casuale che al tempo di Siila, Preneste sia stato l'ultimo baluardo del partito romano che aveva fatto causa comune con gli Italici.
A rapporti fra Preneste ed il celebre T. Quinzio, che dopo il 197 dedicò nel Campidoglio la statua di Giove Imperatore accenna l'iscrizione prenestina: u [/. quincthis l. f. /Ricado cepit [eidem dedit, „ CIL. XIV, 2935, che siriferisce ad un'opera d'arte greca trovata a Leucade, che fu presa da L. Quinzio, legato del fratello T. Quinzio nel 197 a. G\, Liv. XXXIII, 17. Il dono infatti o fu fatto da L. Quinzio, il console nel 192, come piace al Dessau, di cui ho dato il supplemento, ovvero dallo stesso T. Quinzio come, non senza qualche apparente ragione, crede lo Stevenson, bull. d. Instituto, 1885, p. 57 sg. (2) Liv. VI, 36, 6; 37, 12; 38, 1; 42, 4. (z) Liv. VII, 15; cfr. Vili, 12, 37; cfr. oltre al cap. VII.
Pais, Storia di Roma. Voi. I. - Parte II. 8
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (160/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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