Storia di Roma di Ettore Pais

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      1Ucap. vi. - dall/lnvaslone gallica etc.
      terni come gli Ànziati fossero coloni romani ribelli, dacché indicazioni più sicure mostrano come Velletri era e rimase città volsca. E quanto si racconta di lei per il tempo di M. Camillo si narrava daccapo per quello di L. Furio Camillo. (l)
      Ma di tutte le circostanze relative alla guerra prenestina del 380 la più notevole è forse questa: che la vittoria si dice conseguita presso il fiume Àllia, dove dieci anni prima i Romani avevano dovuto fuggire davanti ai Galli. Il fiume Allia era molto al di là di quel territorio dei Prenestini, dove i Romani avrebbero dovuto incontrarsi. E poiché rispetto a questa campagna si discorre della presa di Velletri (la naturale alleata di Preneste, anche nella guerra latina che ebbe termine nel 338), sarebbe ovvio pensare che le fazioni militari del 380 a. C., si siano svolte nel territorio posto a sud anziché in quello a nord dell'Amene. Per risolvere questa difficoltà va forse tenuto conto del pseudo trionfo che il dittatore M. Furio Camillo, essendo maestro dei cavalieri T. Quinzio, avrebbe menato sopra i Galli nel 367, in seguito ad una vittoria presso rAniene. Tale battaglia dell'Amene, come risulta dalla storiella di T. Manlio, non è infatti che la duplicazione di quella pur falsa, che sei anni dopo, sulla sponda dello stesso fiume, avrebbe conseguito il dittatore T. Quinzio. (2) Dall'altro canto è pure evidente che sono ripetizioni di un solo racconto le due battaglie
      (*) Che le dichiarazioni di Livio, VI, 13, 8; Vili, 3, 9; 4, 14, 5, in cui i Ve-
      iiterni sono chiamati cittadini romani, siano false, mette in evidenza ìIMommsen, nnterit. Dhdekte, p. 820, ad CIL. X, p. 651, il quale si richiama tanto alla tavola di bronzo di età non antichissima scritta in dialetto volsco e trovata a Velletri quanto alle stesse dichiarazioni degli autori, Liv. VII. 15, 11; Plut. Cam. 42; Suet. Aug. 94, che i Veliterni dipingono come nemici dei Romani. Rispetto alla punizione di Velletri al tempo di SI. o di L. Camillo, v„ Livio, Vili, 14, 5 e VElog. VII in CIL. P, p. 191.
      (- Livio, VI, 42 a. 367 a. C. dichiara che il duello di T. Manlio presso PAniene (essendo dittatore M. Furio per la quinta volta e maestro dei cavalieri T. Quinzio Penno) secondo la maggioranza degli annalisti, in opposizione alla affermazione di Claudio Quadrigario, accadde nell'agro albano non meno di dieci anni dopo essendo dittatore M. Furio. Sia come già mettemmo in rilievo, v. s. p. 108, n. 2, nel 361 a. C., VII, 9, 7 sq., essendo dittatore T. Quinzio Penno, racconta che i Galli posero l'accampamento presso rAniene e che allora avvenne il duello di T. Manlio.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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