Storia di Roma di Ettore Pais
la rivalità fra i furi, i sulpicì, i manlì. i quinzì. 119
buno nel 390 a. C. avrebbe pattuito con Brenno quale riscatto della patria. (l)
La rivalità fra i Furi, i Sul pici ed i Quinzì appare dalla storiella del duello di Manlio contro il guerriero gallo, che, a seconda delle varie narrazioni, sarebbe avvenuto essendo dittatore un Furio, un Quinzio, ovvero un Sulpicio. Stando a memorie meno infedeli i Sulpicì conseguirono invece l'onore della dittatura solo nel 203 a. C. (2) La rivalità fra i Furi ed i Sulpiei si rivela del pari nel fatto che i primi come i secondi gareggiavano nel vantarsi di avere introdotte quelle riforme militari, che avrebbero avuto parte non piccola nelle vittorie sopra i Galli, e che in parte si riferiscono invece a tempi posteriori. (5) Infine ci è forse data riscontrarla anche nei racconti relativi a Tuscolo. Nel 381 M. Furio Camillo muove contro Tuscolo; trovata la città quieta propone tosto le si condoni la pena che s'era meritata per aver preso parte alla rivolta, ed in seguito che le venga accordata la cittadinanza romana. (4) Orbene nel 377 Tuscolo è presa dai Latini ed in aiuto di lei corrono i tribuni L. Quinzio e Servio Sulpicio; (5) lo stesso fatto
(*) Liv. V, 48, 8: u inde inter Q. Sulpicinm tribunnm militimi et Bren-nnin regulnm Gallornm conloquio transacta res est, et mille pondo auri pretium populi gentibus inox imperatici factum. „; cfr. Plut. Cam. 28, 4.
(2) Liv. VI, 42; VII, 9; cfr. Auct. de vir. ili. 28: u Sulpitio dictatore tribunus militimi Gallimi provocatore!!! occidit. „ Ma un dittatore Sulpicio prima del 203 a. C. non compare altrove. Del resto queslo non è Punico luogo in cui l'autore dell'opuscolo de vir ili. riferisca dati discordi a quelli della tradizione liviana, sia rispetto ai fatti in sè, sia ai fasti. Tali dati, come ad es. l'indicazione sul consolato di Coriolano, ih. 19, sulla dittatura di Cincinnato, 25, anziché quali errori materiali parrebbero l'eco di tradizioni differenti. Rivalità del genere qui sopra notate ritroveremo anche per l'anno 314 a. C., a proposito dei Sulpicì verso i Peteli, v. oltre al cap. Vili.
(3) Plut. Cam. 40; cfr. invece App. Gali. 1; v. anche Dion. Hal. XIV, fr. 7. Su ciò v. oltre.
(4) Si può discutere se nelle parole di Livio, VI, 26, 8: * pacem in prae-sentia nec ita multo post civitateni etiam impetraverunt „ si dica che lo stesso Camillo fece accordare la cittadinanza; ciò è invece esplicitamente affermato da Plutarco, Cam. 38, 4. Sul fatto cfr. Dion. Hal. cfr. XIV, fr. 6; Plut. Cam. 38; Cass. Dio, fr. 28, p. 84 Boiss.
(5) Liv. VI. 33, 8.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (166/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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