Storia di Roma di Ettore Pais

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      120 cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
      si ripete nel 370, ed anche allora fra i tribuni militari v'è un Servio Sulpicio. (x)
      L'aneddoto di Camillo rispetto a Tuscolo desta sospetto. Xon è vero che subito dopo il 380 i Tuscolani abbiano conseguito la cittadinanza romana perchè durante la guerra del 340 e nell'anno 323, i cui i Romani ne menarono trionfo, i Tuscolani compaiono tra i nemici di costoro. (2) Jsè prima del 323 a. C. può parlarsi di cittadinanza accordata singolarmente a qualcuna delle genti di Tuscolo. (3) 11 particolare delle porte aperte richiama d'altro canto la versione secondo cui i Galli, pure al tempo di Camillo, avrebbero trovato spalancate quelle di Roma; e quanto è detto sulle voci degli scolari che si udivano recitare ad alta voce le lezioni, (4) ci avverte che abbiamo una duplicazione, anche ora variata, della storia della resa che Faleri fece a Camillo nel 394; resa che vedemmo essere del pari anticipazione di un fatto del ILI secolo a. C. (5) Nel 322 i Tuscolani si scusano con i Romani su per giù come nel 381; e nel 323, secondo versioni diverse, i Romani, anziché concedere facile perdono ai Tuscolani, mossero loro guerra e ne menarono trionfo ovvero si limitarono a punire solo i più colpevoli. (G)
      Anche i due intervenuti dei Sulpicì nel 377 e nel 370 a. C. sono una delle tante duplicazioni di questo periodo storico, nel quale si
      (*) Liv. VI, 36, 3.
      (2) Liv. Vili, 7, 2; 14, 4; Vili, 37, 8 sq.; cfr. Plin. NH. VII, 136, dal quale si apprende che L. Fulvio, il console Tnscolano, passato alla parte dei Romani diventò console dei vecchi nemici e trionfò sugli antichi suoi concittadini Tuscolani.
      (3) Su ciò v. oltre al cap. sg.
      (4) Liv. VI, 25, 9: * et lndos litterarum strepere discentium vocibus „; cfr. Plut. Cam. 38, 3: xoùg tzxlsocg sv zol^ S'.SxaxaXscoi; fiav^avov-cag.
      (5) V. s. 31, n. 1.
      (6 Mentre infatti secondo Livio, VIII, 37, 9 ad a. 323: u plus itaque misericordia ad poenae veniam impetrandam quain causa ad crimen purgandum valuit, „ ovvero nel 338 (che è lo stesso avvenimento v. oltre cap. Vili: 4 crimen rebellionis a publica franile in paucos auctGres versimi, „ Liv. Vili, 14, 4, secondo la fonte di Plinio, VII, 136, i Romani fecero guerra e trionfarono sui Tuscolani.
      Liv. VI, 3 ad a. 389 a. C.; VI, 9 ad a. 386 a. C.; cfr. Plut. Cam. 35, 3; 37, 5. Che a Tuscolo fosse rimasto un partito avverso ai Romani ancora nel 211 a. C. si ricava da ciò che Annibale si accostò a tal città sperando che gliene venissero aperte le porte, Liv. XXVI, 9. 10.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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