Storia di Roma di Ettore Pais
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cap, vi. - dall'invasione gallica etcDa qualsiasi lato si considerino le notizie relative alle guerre contro i Galli: sia che vengano controllate con la tradizione polibiana, ovvero mediante una minuta analisi dei particolari riferiti dalle tradizioni meno vetuste, si giunge costantemente ai medesimi risultati. P) Il racconto degli annali nazionali non merita fede. Il dubbio del l esto che la verità sia stata deliberatamente nascosta si estende anche alla guerra che si afferma vinta dal vecchio Marco Furio Camillo contro i Volsci alleati dei Latini.
Nella battaglia combattuta a Mecio presso Lanuvio (389 a. C.) Furio Camillo, come già Quinzio Cincinnato, avrebbe salvato l'esercito: ed ai Volsci, che credevano perita in guerra tutta la gioventù romana avrebbe dato sconfìtta così terribile che solo allora, dopo settanta anni di lotta, avrebbero finalmente riconosciuto la supremazia di Roma. (2) Ci viene anzi affermato che nell'anno successivo il tribuno della plebe L. Sicinio fece la proposta di dividere l'agro pomptino ormai certo e sicuro possesso del popolo romano. (3) Tuttavia pochi anni dopo, nel 3S5 a. C., scoppia nuova e terribile guerranon avesser nulla di comune con i patrici di tal nome risulta da Tacito, ami. Ili, 48 (interpretato a rovescio dal Babelon, op. eit. II, p. 469). Il cognome antichissimo di Camerinus „ prova che codesta gente era originaria di Cameria, vale a dire di una città posta a sette ad otto ore al più di distanza da Roma, v. Dion. Hal. V, 49, la cui topografia non possiamo però precisare con maggiore esattezza di Mednllia. Ove precisamente fosse Mednllia ignoriamo del pari. Il titolo tuscolano CIL. XIV, n. 2611 potrebbe forse prestarsi a stabilire antichi rapporti fra i Sulpicì e Tuscolo.
f1 In nn discorso che si fa pronunciare dal console Gn. Manlio, a. 189 a. C.. Livio, XXXYIII, 17, 6, si ricordano i molti trionfi gallici e le u vauitates T dei tumulti gallici. In codesto discorso non s'intende già confessare che non fossero esistite tutte le guerre galliche anteriori, che anzi queste vi sono celebrate. Ma il vero è, che, se anche vi furono parecchie scorrerie galliche, la storiografia posteriore innalzò all'onore di vere battaglie insignificanti scaramuccie.
Liv. VI, 2, 13 ad a. 389 a. C.: u ad deditionem Yolscos septuagesimo demnm anno subegit. r ; Diod. XIV, 117 ad a. 387 =390 a. C. Varr. òiónsp xòv sjiTtpoafrsv ypóvov ìsyjjpoì SozoOvxs^ eìvat, 8ià xvjv aopcpopàv xaux7)v àa&svsaxaxoi xwv nsp'.oixoóvx(ov i&vtov sysvVj&yjaav. La rispondenza fra Livio e Diodoro dura sino alle successive notizie intorno a Boia ed a Sutrio; cfr. Plut. Cam. 34.
3 Liv. VI, 6. Il tribuno L. Sicinio è quello stesso a cui, per il 494 ed il 491 a. C. è dato il prenome di Gaio, per il 492 quello di Spurio» per il 395 e 393 di Tito.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (169/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Galli Marco Furio Camillo Volsci Latini Mecio Lanuvio Furio Camillo Quinzio Cincinnato Volsci Roma Sicinio Tacito Babelon Camerinus Cameria Roma Mednllia Mednllia Sulpicì Tuscolo Yolscos Diod Varr Ttpoafrsv SozoOvxs Livio Diodoro Boia Sutrio Sicinio Gaio Spurio Tito Ili Dion Hal Ove Manlio Livio Plut Cam
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