Storia di Roma di Ettore Pais
la fusione delle gesta di marco e di lucio camillo. 127
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che al tempo di costui fosse rasa al suolo la casa di M. Manlio, mentre poi ci è detto che il tempio di Giunone Moneta fu votato nel 345 da L. Furio. La fusione delle gesta dei due famosi personaggi della stessa gente ci porge infine il modo di capire la storia del prodigio del lago Albano e forse anche la dedica del tempio di Mater Matuta. Il tempio di quest'ultima dea sarebbe stato votato da Marco Camillo durante la guerra veiente; egli l'avrebbe dedicato dopo la presa della potente città etrusca. Tale versione dal lato cronologico è certo più ragionevole di quella che il tempio affermava eretto dal mitico re Servio Tullio. (*) Tuttavia è strano che questo tempio venga ricordato a proposito della presa di Yeio, (l'onde non ci è poi detto, come per quello di Giunone Regina, che a Roma ne venisse trasportato il culto. 11 culto della Madre Matuta è rammentato invece a proposito della volsca Satrico; il tempio che esisteva in codesta città si sarebbe salvato miracolosamente tutte e due le volte nell'incendio del 377 e del 346 a. C.(2) La guerra del 377 non è per altro che l'anticipazione di quella del 346, in cui tale città sarebbe stata di nuovo distrutta. (3) Parrebbe quindi logico pensare che il culto di Mater Matuta, anziché dopo la prima dittatura di M. Camillo, sia giunto a Roma solo l'anno
(*) Liv. V7 6, 19; cfr. V, 23, 7; Plut. Cam. 5. Rispetto a questi ludi ed alla porta Ratumena v. oltre alla fine di questo capitolo.
(2) Le rovine del tempio di Mater Matuta vennero ritrovate nei fortunati scavi del 1896 sul colle delle Ferriere di Conca; lo studio di rjueste rovine ha provato che il tempio fu rifatto e che gli fu cambiato orientazione. Ciò si spiegherebbe con l'incendio del 377 o meglio del 346 a. C. Ma non è esclusa ogni relazione con fatti posteriori alla presa di Satrico nel 346 od anche nel 341 a. C., v. n. sg.), fatti di cui le tradizioni a noi pervenute non serbano memoria. A tempo assai posteriore al IV secolo si riferisce il frammento di inscrizione romana trovato nella località sopra indicata, in cui si fa ricordo della dea Matuta. Nondimeno gli scavi provano che quella località era sede di un culto assai antico come quello di Leucotea a Pyrgi, e ciò s'intende ove si tengano presenti i rapporti con la colonizzazione greca della vicina Campania, cfr. Xot. d. Scavi, 1896, p. 30; 192; 1898, p. 170.
Liv. VI, 33, 5; VII, 27, 3 ad a. 346: * oppidum dirutum atque incensimi, „ ciò che par falso, ove si consideri quanto si dice, poco dopo, per il 341, v. Liv. Vili, 1, 4.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (174/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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