Storia di Roma di Ettore Pais
130 cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
contro questa esatta rispondenza cronologica si oppone il fatto che, oltre mezzo secolo dopo, gli Ernici muovono guerra al popolo romano e solo dopo la grande vittoria che nel 306 su di essi riportò Q. Marcio Tremulo, si presero disposizioni tali, per cui si potè parlare della tribù Poblilia fra quella gente. (x)
Le duplicazioni e le false anticipazioni sono ancor più evidenti nella storia delle relazioni con gli Etruschi di Tarquinì. Non è facile decidere quanti dei dati relativi alle guerre del 388 e del 386 a. C. siano anticipazioni di quelle riferite per Fetà anteriore all'invasione gallica. Certo alcuni tratti caratteristici, come il concilio etrusco al tempio della dea Yoltumna, la guerra contro Volsinì, sono ripetuti prima e dopo la presa di Veio, allo stesso modo che, prima e dopo la successiva invasione gallica, si parla dell'oro dato dalle matrone romane, o per fare l'aureo cratere da donarsi ad Apollo, o per riscattare i propri padri e mariti. (-) Ciò può essere oggetto di controversia e dar luogo a pareri in parte diversi; nò va esclusa per qualche lato la reale ripetizione di fatti storici. Non cade però dubbio di sorta che la guerra che comincia con il 357 a. C. sia una perfetta duplicazione di quella che, su per giù alla stessa maniera, avviene fra il 354 e il 351 a. C. (8) Così le imprese di Camillo nel 389 e nel 386, in cui accorre dal paese dei Volsci per recare due volte aiuto ai Sutrini, come risulta anche dall'esame dei particolari, paiono
(1) Liv. IX, 42; 43, 23: a Hernicoruin tribus, populis Aletrinati Vendano
Ferentinati, quia maluerunt quam civitatein, suae leges redditae, conubiumque inter ipsos, quod aliquamdiu soli Hernicorum habuerunt, permissum. Anagninis quique arma Romanis intulerant civitas sine suffragii latione data, concilia co-nubiaque adempta et magistratibus praeterquam sacrorum curatione interdictum Aletrium compare infatti nella tribù Poblilia, CIL. X, p. 566.
(2) Su Tarquinì, Liv. V, 16; sui Volsiniensi, V, 32, 3; cfr. IX, 41, 6; sul tempio di Voluinnia, IV, 23, V, 17; VI, 2. Cosi Nepet, V, 19, 7; VI, 9, 3, è collegata ambedue le volte con M. Furio.
(3) Cfr. particolarmente Liv. VII, 17, 6; e 19, 8, dove si parla delle saline. Anche i consoli del 355 a. C., Liv. VII, 17, 13, sono quelli del 353, Liv. VII, 17, 9; le disposizioni contro l'usura prese nel 357 essendo consoli C. Marcio e Gn. Manlio, dietro proposta dei tribuni della plebe M. Duillio e L. Menenio, Liv. VII, 16, 1, paiono essere quelle stesse che si prendono dai quinqueviri nel 352 a. C., dei quali uno si chiama C. Duellius, essendo consoli P. Valerio e
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (177/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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