Storia di Roma di Ettore Pais
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cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
Il racconto tradizionale rispecchia per 1111 altro lato le condizioni economiche del tempo dei Gracchi, in cui tale legge venne richiamata in vigore, ossia dell'età in cui sorse tanta parte della pseudo storia delle vetuste sedizioni e delle pseudo leggi agrarie, dai tempi di Spurio Cassio sino a quelli delle guerre sannitiche. (!) L'aneddoto della punizione inflitta a Licinio Stolone per opera di un Popilio Lenate sta in contraddizione con quei fasti che Popilio Lenate anziché tribuno della plebe facevano già console nel 359 e poi daccapo nel 357. (-) Non si andrebbe molto errati supponendo che la genesi di codesto racconto, che si appoggia naturalmente sulla violazione di leggi approvate non prima del III secolo, vada cercata nelle relazioni che in tale età esistevano fra i Licini ed i Popilì. (3) L'aneddoto di Stolone punito per l'avarizia sua sta pure in rapporto con le smodate ricchezze per cui già il pontefice Massimo Licinio, il coetaneo di Annibale, veniva chiamato * il ricco, „ e per cui furono sempre più celebrati od invidiati quei Licini del I secolo a. C., in cui da Licinio Macro e dai rivali di lui fu redatta tanta parte di quella storia che fu ripetuta da Livio e dai suoi coetanei. (4) Certo quanto ci viene riferito rispetto al cognome di
(1) V. s. parte I, p. 504.
(8) L'inimicizia che è supposta fra Popilio Lenate e Licinio Stolone va a parer mio messa in relazione con i rapporti di ostilità che troviamo fra queste due genti verso il 172 a. C., al tempo del proconsole M. Popilio il vincitore e maltrattatore dei Liguri Statelli accusato ili senato ed evidentemente osteggiatoOO
dal pretore Licinio, il quale alla fine, per riguardo al console C. Popilio, e dopo molte preghiere della gente Popilia. con un sotterfugio legale lo salvò, Liv. XLII, 21.
(3) Il ripiego che si dice usato da Licinio Stolone, il console plebeo del 364 e del 361 a. C., per comperare terreno a nome di suo figlio violando la propria legge dei cinquecento iugeri (v. ad es. Liv. VI, 16, 9), da altre fonti (Plut. Tib. Gracch. 8, 2) è considerato come una frode che prima di C. Laelio (145 ovvero 140 a. C.) veniva compiuto dai tcXg'jo'.oi, cfr. App. b. c. I, 7. Fra codesti TiXoua:oi è naturale includere il celebre Licinio 14 Dives, „ console nel 205, censore nel 210 a. C. e u magister equitum „ in codesto stesso anno, poi pontefice massimo, che morì nel 183 a. C., celebrato tanto per la sua ricchezza (da ciò ebbe appunto codesto cognome di u Dives r) quanto per la sua dottrina ed eloquenza, Cic. de orat. III, 134; de sen. 27, 50, 61; Brut. 77, Liv. XXX, 1; Cass. Dio, fr. 57, 52, p. 257 Boiss.
(4) La narrazione secondo cui C. Licinio è punito uel 357 pare col legarsi
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (189/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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