Storia di Roma di Ettore Pais
15Gcap. vi. - dall'invasione gallica etc.
che nel 358 a. C. un Pefcelio tribuno della plebe, d'accordo con il senato presentasse una legge per reprimere gli uomini " novi, „ che ambivano le cariche curali. C) Che i plebei diventati nobili si mostrassero severi verso quelli del loro ceto, che non erano ancorai
come si suole dire arrivati, è consentaneo alle leggi della storia e dello spirito umano. Ma che una legge di questo genere si presentasse proprio da un tribuno della plebe solo otto anni dopo che i plebei avevano a stento ottenuto di conseguire uno degli uffici di console, non parrebbe probabile in sè stesso. La legge Petelia. che compare a circa un decennio di distanza dalla nuova creazione dei consoli, sembra anticipata in modo parallelo della pur falsa legge di analogo contenuto, che si diceva approvata circa dieci anni dopo V istituzione dei tribuni militari * consulari potestate (2) Essa si potrebbe forse spiegare ammettendo una delle consuete confusioni tra un magistrato plebeo ed un curule, fra il tribuno Petelio ed il dittatore Petelio del 313 ovvero l'omonimo console dell'a. 314 a. C. In quest'ultimo anno, discorrendosi della sedizione campana, si fa difatti parola delle cospirazioni degli * homines novi „. Ma anche quest'ultimo racconto, avremo ben presto occasione di notarlo, è tutt'altro che al sicuro da dubbi ed incertezze. (3)
Checche sia di ciò i dubbi sulla falsificazione o sull'anticipazione, diventano certezza considerando che intorno alle gesta dei Petelì di questo periodo non v'è notizia che regga alla critica. Xel 360, due anni innanzi alla legge di cui parliamo, C. Petelio avrebbe ottenuto, sedella sua eloquenza sia un tardo trovato degno di Popilio, il nemico dei Gracchi o dell'eloquente figlio di lui, Cic. Brut. 25, 95. Se verso il 359 a. C. un plebeo potesse essere flamine di un'antica ed indigena dea come Carmenta non abbiamo dati sufficienti per definire. Può però ammettersi, considerando che era una dea onorata fuori dell'antichissimo pomerio del Palatino. Ma, tutto sommato, è lecito dubitare che il cognome u Laenas, „ come quello di a Imperiossus, „ abbia fornito materia di leggenda, e si sia voluto anticipare la data di uu sacerdozio non meno del vanto dell'eloquenza dei Popilì del II secolo.
x) Liv. VII, 15, 12.
21 Liv. IV, 25. 13. ad a. 432 a. C.
W m *
- Liv. IX, 26. V. oltre al cap. VII ed Vili. Certo è notevole che la legge * de ambi tu , del 181 a. C., la prima che sia garantita da una tradizione interamente sicura, è consolare.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (203/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Pefcelio Petelia Petelio Petelio Petelì Petelio Popilio Gracchi Cic Carmenta Palatino Laenas Imperiossus Popilì Liv Liv Vili Xel Brut
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