Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (209/795)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      162
      cap. vi. - dall' invasione gallica etc.
      Con questi medesimi fatti si connette la deduzione di Narbona, sorta per iniziativa di L. Licinio, il celebre oratore, sebbene questi cercasse più tardi far dimenticare le antiche relazioni con il partito democratico.
      In breve, senza escludere elementi storici più antichi che ci riconducano all'età di Annibale e del padre dei Gracchi, il complesso delle notizie relative alle leggi Licinie Sestie va esaminato da quello stesso punto di vista con cui noi già studiammo la genesi delle pseudo gesta di Spurio Cassio, di Minucio Augurino, e dei decemviri. (1) Che se anche codesti racconti, anziché dagli annalisti più recenti, come a noi sarebbe dato giudicare in base alle narrazioni superstiti, facevano in parte capo ai più antichi annali, anzi agli stessi annali massimi, non va dimenticato che questi ultimi vennero almeno in parte redatti sotto la direzione del pontefice massimo P. Mucio Scevola, fratello del pontefice P. Licinio, che al par di costui, sebbene più cautamente, fu uno dei consiglieri dei Gracchi e che, come Sempronio Tuditano ed Iunio Graccano, fu nello stesso tempo uno degli storici e dei trattatisti del diritto civile e religioso della nazione.
      Liv. VI, 2; cfr. Diod. XIV, 117. Codesto tribuno M. Sextius non è in fondo differente dal questore patricio dello stesso anno P. Sextius, che gli editori di Livio, dal Sigonio iil qua, cambiano in Sestius, in base ad una falsa distinzione dei patrici Sesti dai plebei Sexti. Infatti, come abbiamo già notato v. s. p. 570, n. 3, runico patricio Sestius è il pseudo console del 452, v. Fasti Capche apparisce o come processato al tempo dei decemviri, 451, o come decemviro, Liv. Ili, 32, 6; 33, 10; cfr. Cic. d. r. p. II, 36, 61. Ma nei codici di Livio costui è sempre detto u Sextius, „ sia che si parli del questore, o del tribuno della plebe, o del decemviro.
      Intorno alla colonia di Fabrateria, fondata nel consolato di Sestio v.
      Vicll. I, 15, 4.
      C) V. s. parte I, p. 504 sgg. Anche le più antiche pseudo leggi agrarie collegate con gli Appi Claudi fanno pensare che Appio Claudio, il suocero di Tiberio Gracco, prese parte alle assegnazioni graccane. Che se i Claudi vennero rappresentati come ostili, v. ad es. Liv. Il, 44, ad a. 480 a. C., ciò si spiega come effetto di quelle tendenze politiche già rilevate dal Mommsen, roem. Forscliun-gen, I, p. 287 sgg., che le gesta dei Claudi esposero da un punto di vista affatto contrario al vero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

Pagina (209/795)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Narbona Licinio Annibale Gracchi Licinie Sestie Spurio Cassio Minucio Augurino Mucio Scevola Licinio Gracchi Sempronio Tuditano Iunio Graccano Sextius Sextius Livio Sigonio Sestius Sesti Sexti Sestius Capche Liv Livio Sextius Fabrateria Sestio Appi Claudi Appio Claudio Tiberio Gracco Claudi Mommsen Claudi Codesto Fasti Ili Cic Liv