Storia di Roma di Ettore Pais
tendenze politiche delle varie versioni.
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La storia di questo periodo, come quella dei precedenti, venne del resto falsata da molti altri annalisti, i quali, al pari dei Licini, miravano a conseguire determinati fini politici e domestici. La glorificazione delle genti patri eie appare in vari tratti dalle gesta dei Furi, dei Papiri, dei Fabì, dei Sulpicì, dei Quinzì, dei Claudi, dei Cornelì. I Claudi, che al pari dei Manli e dei Quinzì, avevano le loro case sul Capitolino, si vantavano di aver osato osservare che le bilancie dei Galli erano false, i Quinzì di aver vinto i Prenestini nel 380, i Sulpicì contrastavano ai Claudi la vittoria sugli Ernici, ai Furi quelle sui Galli. (l) Stando ai Cornelì, uno dei loro, contro la concorde opinione dei suoi concittadini assediati con lui nel Campidoglio, avrebbe fatto l'onorevole proposta di non comprare con l'oro il riscatto; notizia che, per quello che sembra, va giudicata
(*) Rispetto ai Claudi è notevole la notizia di Livio, VII, 25, 10, ad a. 349: * inter cetera tristia eius anni consul alter Ap. Claudins in ipso belli apparati! moritur, redierantque res ad Camilluni, cui unico constili vel ob aliam dignationem baud subiciendam dictaturae ve! ob omen faustum ad Gallicuui tumultuili cognominis dictatorem adrogari haud satis decorimi visuni est patri-bus „. Dal lato cronologico questa notizia contiene una duplicazione, come diremo tosto, v. al cap. sg., della dittatura del 345 dello stesso Lucio Camillo. Appio Claudio lo si esclude dal campo della guerra come l'Appio Claudio del 307, Liv. IX, 4, 2 (cfr. oltre al cap. Vili e sg.); e l'Appio, che nel 349 muore proprio durante i preparativi militari (a parte gli altri due Appi Claudi che muoiono prima che venga il giorno del loro processo), ricorda molto da vicino l'Appio Claudio, il proconsole del 211 a. C. il quale, secondo alcuni (si badi bene, la notizia non era certa nemmeno in questo caso) sarebbe mancato ai vivi durante l'assedio di Capua, Liv. XXVI, 16; 1, mentre, secondo altri, sarebbe venuto meno dopo, ib. 34, 4.
Che gli avvenimenti relativi a Capua del 216-211 a. C. siano realmente stati presi talora a fondamento della narrazione della guerra campana e latina del 340 circa, risulta da vari fatti, ad es. da quanto alcuni annalisti riferivano intorno al console di loro nazionalità richiesto dai Campani nel 216; il che ci è appunto detto si facesse nella guerra del 340. Livio, A a III, 6, 6 sg. reputa che il fatto del 216 sia duplicazione di quello del 340 a. C. (cfr. Vili, 5). Ma è precisamente l'opposto che va pensato. Non è del resto inopportuno ricordare che Appio Claudio, il suocero di Tiberio Gracco, che fra il 132 ed il 131 con C. Gracco e P. Licinio, il suocero di quest'ultimo, attese a determinare l'agro Campano, v. CIL. I, 552, (=X, 3861) morì durante questo ufficio, Cic. d. r. p. I, 19, 31.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (210/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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