Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (213/795)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      166
      cap. vi. - dall' invasione gallica etc.
      con un compenso pecuniario cercano poi allontanare i nemici oltraggiati. Così ricorda il tempo delle guerre galliche del III secolo o r invasione cimbrica la richiesta che i Galli fanno ai Romani di terreno da coltivare. (*) Infine si direbbe sorta dopo il noto aneddoto del tessalo Cinea, ambasciatore di Pirro a Roma, la leggenda sull'aspetto maestoso dei senatori che avrebbero incusso rispetto agli invasori Celti.
      Di quanto era già stato raccontato dagli annalisti più antichi ben poco ci è giunto. Certo parrebbe non solo riflettere la potenza dei Fabì, ma stare anche in armonia con il fatto che costoro dettero il più antico annalista, la circostanza che di tal gente si fa cosi spesso menzione, ora favorevole, ora ostile, sia che si discorra dell'invasione gallica, sia che si parli delle guerre etnische od anche delle leggi Licinie Sestie. Una fonte abbastanza antica, originariamente anteriore a Fabio Pittore ed a Catone, ò presupposta da quelle narrazioni che narravano, senza cercare di attenuarla, la disfatta dei Romani ed il riscatto delle mille libbre d'oro; e con gli annalisti più antichi si collegano certo alcune delle notizie pervenuteci intorno alla vittoria ed all'assedio dei Galli, (*) al consolato raggiunto dai plebei qualche decennio dopo la partenza di costoro, (3) ed alla sedizione guidata da C. Manlio. (4) Altre fanno invece capo all'annalista Cas-
      (*) Il linguaggio presupposto dalle tradizioni più recenti è precisamente quello che i Romani cominciarono a tenere verso quei Galli che, circa il 183 a. C,. avevano occupato il territorio in cui Roma fondò la colonia latina di Aquileia,
      Liv. XXXIX, 22, 6; 45, 6; 54.
      Anche la storia dell'invasione cimbrica è già confrontata con quella gallica dagli antichi, v. ad es. Plut. Mar. 11, allo stesso modo che la battaglia dell'Allia venne comparata a quella di Canne, Liv. XXII, 50. Un analogo confronto v. CIL. XI, 1421, v. 16.
      (2) Che Catone parlasse dell'assedio gallico, del riscatto, dell'oro dato in quella occasione dalle matrone, mi pare si induca chiaramente da Livio, XXXIV, 5, 9. Intorno alle notizie di Fabio Pittore sul consolato plebeo v. s. p. 136, n. 2. Dietro Tindicazione del libro settimo degli * annales r a cui appartenevano, si è più volte notato non potersi riferire all'assedio gallico del Campidoglio i versi di Ennio apd Macrob. I, 4, 17, dove si parla di una rocca sorpresa e di vigili da codesta gente uccisi. Ma l'indicazione del numero è poi esatta?
      C.) V. s. p. 136, n. 2.
      (4) Liv. VII, 42, 7, riferendosi alla ribellione del 342, guidata suo malgrado


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

Pagina (213/795)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Galli Romani Cinea Pirro Roma Celti Fabì Licinie Sestie Fabio Pittore Catone Romani Galli Manlio Cas- Romani Galli Roma Aquileia Allia Canne Liv Che Catone Livio Fabio Pittore Tindicazione Campidoglio Ennio Macrob Liv Plut Mar