Storia di Roma di Ettore Pais
genesi della tradizione; elementi greci. 171
Fabio Dorsuo al tempo dell'assedio gallico; certo egli parlava con diffusione della sacra espiazione fatta dai Romani dopo la sconfitta delI'Allia e la partenza dei Galli, (l) ed è molto probabile che negli antichi annali si raccontasse la storia di Tutela o Philotis, a proposito della vittoria conseguita sui Yolsci a Mecio da M. Camillo, sebbene d'altra parte questo racconto, come indica il nome Philotis che non è disgiunto dalla menzione del romano, faccia naturalmente pensare all'infiltrazione di una nota leggenda ellenica. (*) Ciò che del resto non deve recar meraviglia, perchè i culti delle città latine vennero ben presto compenetrati da elementi e riti greci. Di culti e di costumi come di mezzo di integrazione storica, rispetto a Roma, si erano infatti già valsi Aristotele e Timeo. (3) Che scrittori greci come Teopompo, Eraclide Pontico, Aristotele avessero già ricordata la presa di Roma per opera dei Galli, era rilevato dai posteriori narratori latini; (4) a maggior diritto è necessario pensare che al-
* maxime omnium nobilumi Graecis litteris studuit, „ Cic. Brut. 20, 78. Che i Manli abbiano avuto storici ed antiquari in famiglia, per lo meno dall'età sillana, i quali si fossero occupati anche dell'incendio gallico, risulta da Dion. Hal. I, 19 cfr. Varr. d. I. L. V, 31 (cfr. VII, 16; 28; 105), confrontato con Festo s. v. sexage-narios p. 33, 4 M.
In quanto ai Lutazi è infine appena necessario ricordare quel Lutazio Dafno, liberto del celebre collega di Mario, che discorreva del sacrificio di Curzio, v. Varr. d. I. L. V, 150, dell'incendio gallico, v. Fast. Praen. ad d. 23 Mart. La parentela del padrone di lui, del console Lutazio, con i Popilì risulta da Ciò. de orat. II, 11, 44; v. s. p. 155, n. 2.
(1) Cass. Hem. apd Macrob. I, 16, 21.
(*) Certo della a vitulatio „ già parlava l'annalista Calpurnio Pisone apd Macrob. Ili, 2, 14.
(3) Su Aristotele ed il costume romano delle prefiche v. Varr. d, 1. l. VII. 70; sulla spiegazione che egli dava del bacio delle donne romane, v. Dion. Hal. I, 72; Plut. q. Rom. 6. Intorno alle conseguenze storiche che Timeo traeva dal costume romano di sacrificare un cavallo, v. Polyb. XII, 4, b. Non deve quindi sorprenderci constatare che Polibio, nel suo racconto dell'invasione Gallica, che crediamo derivi da una fonte greca, dia la notizia sui tre giorni che i Galli impiegarono a giungere dall'Allia a Roma, notizia che ci parve poter spiegare mediante la festa delle Lucaria, v. s. p. 82. Questo storico del resto, come apprendiamo da Dionisio, I, 32, riferiva anche altrove notizie relative ai culti romani.
(4) Su Aristotele ed Eraclide Pontico v. Plut. Cani. 22 ; su Teofrasto, Teopompo e Clitarco, v. Plin. XII. Ili, 57. Che Teofrasto parlasse realmente
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (218/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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