Storia di Roma di Ettore Pais
genesi della tradizione; elementi greci
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Macedone. Degli aneddoti riferiti a proposito di questo eroe ritrovammo già uno assai caratteristico nella leggenda di Cincinnato; (l) un altro in quella di Marco Camillo, allorché avrebbe fatto radere la barba ai suoi soldati; (-) ed è degno di nota che anche l'assedio di Tiro duri tanto tempo quanto quello del Campidoglio e che i Tiri deliberino di aspettare la morte nelle loro case, come una tradizione diceva avessero fatto i senatori romani. (3) L'esame di qualche altro fatto della storia greca par suggerire in più di un caso l'ipotesi
(l) V. s. parte I, p. 619.
(.*) V. s. p. 83.
(3) Che l'assedio del Campidoglio sia durato sette mesi è detto espressamente, v. Polib. II, 22, 5; cfr. Plut. Cam. 30, 1. Di sei mesi invece parlava Varrone apd Non. IX, 6, p. 133 Mueller; cfr. Flou. I, 7, 15; di otto Servio, ad Aen. VIII, 652. Sull'assedio di Tiro di sette mesi v. Diod. XVII, 46, 5; Curt. IV, 4, 19. Sui Tiri aspettanti la morte negli atri delle loro case v. Curt. IV, 4, 14.
Anche altri tratti della storia dell'invasione gallica parrebbero essere stati raccontati a somiglianza di analoghi fatti greci. Che i Romani si siano recati a Cere, così come gli Ateniesi, in una simile circostanza, riparono a Trezene, gli Spartani a Citerà, non ha nulla in sè di strano. Ma che fra i Romani fosse abituale confrontare la storia di Roma e di Atene, per il tempo delle rispettive invasioni di Serse e dei Galli, risulta chiaramente anche da quanto la fonte di Appiano, b. c. II, 50, fa dire a Pompeo Magno, allorché, in un'occasione giudicatasomigliante, consolava i suoi dell'aver lasciata Roma e l'Italia in balia di Cesare.
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E poi perfettamente naturale che fra i Galli e Romani, allora ed in seguito, tanto al tempo della seconda guerra punica (ad es. Liv. XXV, 18), quanto delle successive guerre civili (App. I. c. I, 50), vi sia stato qualcuno di quei duelli che figurano anche nella storia greca. Tuttavia, visto il poco valore storico delle gesta dei Manli, può domandarsi se sia o no casuale che nella storia anedottica a proposito del figlio di Epaminonda, v. [Plut.] parali. min. 12, comparisca un fatto del tutto simile a quello di T. Manlio Torquato, e che questo confronto venga già istituito dallo ignoto autore di quell'opuscolo. Certo è notevole che ad Epaminonda si dica mossa quella stessa accusa sui pochi giorni in più che avrebbe tenuto il comando (Plut. Pelop. 25; de se ips. citr. inv. lauti. 4; praec. ger. reip. 3; Cìc. de invent. I, 33, 55j, accusa che secondo lo stesso Cicerone, de off. Ili, 31, 112, sarebbe stata fatta al padre di T. Manlio, cfr. s. p. 153, n. 2.
Un aneddoto del genere del duello dei Manli si trova anche nella storia di Alessandro Magno, Ael. VH. X, 22.
Purtroppo, in questioni di questo genere, non è sempre lecito stabilire quanto derivi da una fonte antica, anziché da una falsificazione, da un autore antico, anziché da una speculazione posteriore. Se per esempio ci è detto che i Galli Senoni erano chiamati così , " quod Liberum patrem hospitio recepissent „ [Serv.]
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (220/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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