Storia di Roma di Ettore Pais
cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
di quelle genti che abitavano le due parti del colle Capitolino. Inoltre il fatto che il a Capitoliuni vetus, „ sino alla fine della libera repubblica, continuò a ricevere gli onori tributati anche al più noto Campidoglio, mostra che per qualche tempo ancora, per lo meno rispetto alla comunità del Quirinale, non solo tenne testa, ma ebbe ufficialmente pili importanza del " Capitolimi! novum „. Con ciò stanno in armonia le circostanze che la triade Capitolina non compare nell'antichissimo feriale latino dalla tradizione attribuito a Xuma e non anteriore in nessun caso al 304 a. C. e che nel primo come nel secondo trattato stipulati con i Cartaginesi, verso il 344 ed il 306, (l) a differenza di ciò che è indicato in analoghi docu-
intìne dell'ordiuamento della Città delle quattro regioni, Varr. ci. I. L. V, 45. In realtà la regione prima, ricordata nella processione degli Argei, ossia la Suburana, comprende solo il Celio e le adiacenze sino alle Carine dell'Esquilino, e con essa nulla ha che fare la più nota Suburra, posta ai piedi del Quirinale e del Viminale. Così con questa più celebre Suburra non ha nessun rapporto il ~ murus terreus, „ rammentato accanto al a pagus Succusanus „. Varr. d. i. l. V, 48. Questo 44 murus terreus „ non va cercato, come generalmente si fa (e pensai anche io v. s. parte I, p. 631) a nord delle Carine, bensì a sud. La Subura di cui parlava Iunio apd Varr. L c., è il monte Subura, ossia la regione del Celio. La seconda regione comprende i tre monti dell' Esquilino, la terza il Viminale, il Quirinale ed il Capitolino non ancora interamente staccato dal Quirinale come lo fu più tardi, soprattutto dopo Traiano. Infine la quarta regione è quella del Palatino e del Velia. La processione degli Argei, che dal Celio va a finire al Palatino percorre una città rotondeggiante, che in realtà risponde alla Roma del ili secolo, comprendente parti aggiunte certo dopo la metà del V. Accettando questa interpretazione del celebre passo varroniano si evita anche di cadere nella contradizione di quei topografi i quali (come ad es. lo stesso Richter; si vedono nello stesso tempo obbligati di includere e di escludere il Capitolino dalla Città delle quattro regioni.
(l Che la data assegnata da Polibio, III, 22 (secondo Catone) al primo trattato con i Cartaginesi, ossia al primo anno della repubblica (507 a. C. = 509 a. C. ) sia falsa, e sia invece più vicina al vero quella accolta da Livio, VII, 27, 2, che la pone al 348, e da Diodoro, XVI, 69, che la fissa alla 01. 108, 2, = 344 a. C. = 347 a. C. secondo Varrone provò il Mommsen, roem. Clironologie, 2a ed. p. 320 sgg. La difesa della data polibiana fatta in seguito di quando in quando da vari critici, attesta solo o mancanza di metodo o dilettantismo e mostra una volta di più come non basti fare la luce, perchè il cieco volgo veda la verità. Ma la data del 348 (344 Diod.) non è essa stessa esatta, e tale trattato, cfr. anche oltre v. al cap. sg. . pare vada identificato con la ambasceria carta-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (235/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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