Storia di Roma di Ettore Pais

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      i vecchi ed i nuovi culti del campidoglio
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      menti di età posteriore, non si fa menzione di Giove Capitolino, bensì di Giove Pietra, ossia di Giove Termine, che di già secondo la versione accolta da Catone il vecchio, sarebbe stato compreso nel posteriore Tempio Capitolino fondato dai Tarquinì: esplicita confessione che il tempio di Giove Capitolino fu innalzato dove prima erano onorate altre divinità. (*) Che se verso il 304 a. C., come la tradizione afferma, l'edile curule Gneo Flavio ai piedi del Campidoglio eresse l'edicola della Concordia, in quel luogo in cui si vedeva la statua del monocolo Orazio Coclite, ossia di Vulcano, (-) e che allora e per molto tempo dopo si continuò appunto a chiamare T " area di Vulcano, „ (3) ciò indica chiaramente che versoginese del 343, Liv. VII, 38, 2 (= 340 a. C. secondo Diodoro). Certo un documento che parla degli Ardeati, degli Anziati, dei Circeiensi, dei Terracinensi, come di $7zréy.oo: al popolo romano, non solo può essere riferito al 509, ed al tempo del mitico re Tarquinio, ma non conviene al 348, ossia al tempo anteriore alla guerra che domò i Latini (340-338 a. C.) Livio segue due redazioni differenti sul cui valore cronologico discuteremo fra poco; e come è certo che il terzo trattato di cui parla Polibio, III, 25 risponde al quarto di Livio, ep. XIII, a. 279 a. C. fciò ha notato anche il Momìisen, l. c. p. 322j, cosi è evidente che il terzo trattato di Livio, IX, 43, 26. ad a. 306, risponde al secondo di Polibio, III, 24.
      (1) Va infatti notato che mentre nel trattato con Astipalea, CIG. 2485, a. 105 a. C., si fa menzione del Campidoglio, così come se ne fa ricordo poi nel giuramento di Livio Druso, Diod.XXXVII, 72, anzi come se ne fa parola a proposito dei doni degli alleati sino dal 216 a. C. (Liv. XXII, 38; cfr. XXVIII, 39, 15 ad a. 205; cfr. il senatoconsulto sui Tisbei, v. 33, Epli. Epigr. I, p. 281) stando invece a Polibio, III, 25, 6, nei due primi trattati con Cartagine i Romani giurarono: u Aia Aifrov xaxa ti TtaXatòv sO-og* szì §s xoùxcov tòv "Apyjv vcai xòv EùaXtov Che se Livio, VII, 38, 2, parlando dell'ambasceria dei Cartaginesi nel 343 a. C.; dice che inviarono una corona d'oro: u quae in Capitolio in Iovis cella poneretur, „ non va dimenticato che abbiamo una redazione recente simile a quella seguita in generale da questa e da tutte le sue fonti, allorché parlavano della triade Capitolina istituita dal tempo dei Tarquinì.
      La notizia del tempio di Giove Termine o u Lapis, „ come lo chiama Ovidio, fast. II, 641, compare già in Catone, fr. 24 P, ma da Livio, I, 55, 3, come da Dionisio, III, 69 e dagli altri autori che illustrano codesto frammento di Catone, apprendiamo delle molte altre divinità a cui. nell'area ove sorse il tempio Capitolino, erano innalzati u sacella „ ovvero are.
      (2) Ann. Max. apd Gell. XA. IV, 5; cfr. s. parte 1, p. 472.
      (3) Liv. XXXIX, 56 ad a. 183.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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