Storia di Roma di Ettore Pais

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      192 cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
      abbia non solo finito per oscurare del tutto, ma abbia incominciato ad offuscare lo splendore di quello di Tarpeia e Vulcano, dei Giovi minori e particolarmente di quel Giove Feretrio, che la leggenda collega di già con Romolo e Ninna, e che tradizioni degne ad ogni modo di essere discusse, rammentano come esistente poco prima della conquista di Yeio. Non mancano però indizi i quali ci insegnino che questa grande trasformazione cominciò a delinearsi qualche decennio dopo la partenza dei Galli, ossia poco prima della metà del IV secolo, sebbene nulla provi che anche più tardi il tempio di Giove Ottimo Massimo non fosse ancora sacro al dio Tarpeio o Vulcano. Lo stesso racconto che Cornelio Cosso avrebbe dedicato le spoglie del veiente re Tolumnio a Giove Feretrio, anziché a Giove Capitolino Ottimo Massimo, è un nuovo indizio che a questo ultimo dio, sebbene strettamente congiunto con le guerre ed i trionfi romani, sullo scorcio del V secolo (ossia verso il 426 a. C. secondo la cronologia volgare) non erano ancora tributati gli onori dovuti al massimo dio romano, (l) Dall'altro lato le notizie relativevi è fra i vari u Capitolia „ istituiti man mano nelle città d'Italia e nelle Provincie ad imitazione di quello della capitale, e come infine v'è fra l'immagine del dio primario di Roma e quella espresso nelle monete delle antiche colonie latine testò citate.
      (1) Ciò riposa sulla testimonianza di Augusto, apd Liv. IV, 20, 7, ossia del restauratore del tempio di Giove Feretrio sul Capitolino, il quale, nella corazza di lino del re veiente Tolumnio, dichiarò allo storico patavino di aver letto il nome del console A. Cornelio Cosso. Ciò però, come rileviamo daccapo nella parte di quest'opera destinata all'esame dei dati cronologici, non ci conduce minimamente al 437, al 428 od al 426 a. C. La data sicura non è più ritrovabile; e qualora si ammetta che la tradizione, nella sostanza, sia veritiera, andrebbe genericamente fissata qualche anno innanzi alla presa di Yeio, la quale, secondo il calcolo varroniano, sarebbe stata conquistata nel 396 a. C., pochi anni prima dell'invasione gallica (387 circa a. C.).
      Tuttavia non credo vada dimenticato che nel racconto della guerra fidenate e veiente (guerra che è più volte ripetuta) compaiono particolari che figurano daccapo nella posteriore lotta contro i Tarquiniensi, 356 a. C. (v. s. p. 30). Ciò mi induce a considerare che durante la guerra contro i Ceriti ed i Tarquiniensi del 353 a. C., guerra che è duplicazione di quella del 353 (v. s. p. 130), figura appunto quale u magister equitnm n un A. Cornelio Cosso, che nella stessa qualità è menzionato durante la lotta contro i Fidenati nel 426, Diod. XII, 80; Liv. IV, 31. 11 sospetto che anche in questo caso vi sia uno scambio ed un'anticipa-


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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