Storia di Roma di Ettore Pais

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      I VECCHI ED I NUOVI CULTI DEL CAMPIDOGLIO.
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      alla quadriga veniente, all'artefice Vulca di Yeio, ed al veiente auriga Ratumena non ci autorizzano minimamente a pensare che la metamorfosi di cui ci occupiamo si sia compiuta verso il tempo che dalla caduta di Veio si stende alla successiva invasione gallica (396-390 a. C. varr.) Tanto meno ci inducono a ciò quelle relative al culto ed al collegio di Giove Tutore, alle sostruzioni del Campi-doglio fatte dopo la grande vittoria sui Yolsci assegnata al 389. Camillo potè ornare il tempio posto sul colle Tarpeio con In predazione, come non è in fondo assurdo in se ove si considerino gli analoghi scambi ed anticipazioui nelle gesta dei Quinzi, dei Sulpicì, dei Claudi ecc.) può apparire più fondato ove si tenga presente che rispetto al figlio di Tarquinio Prisco si raccontava una storiella (si accenna forse alla u bulla „ di u Iovis Puer T ?) Mackob. I, 6, 8; Plut. quacst. R. 101 , che ricompare a proposito di un giovinetto M. Emilio, Val. Max. III, 1, 1, di cui si vedeva la statua nel Campidoglio, cfr. Babelon, op. cit. I, p. 127 sgg., ossia di un personaggio che, per quanto so, non è ancora stato determinato (cfr. ad es. Klebs apd Wissowa; Recti Enci/cl. I, p. 551, n. 64). In quest'ultima tradizione, è forse da scorgere Teco di una vanità di famiglia contrapposta a quella dei Cornell Cossi. Cornelio Cosso si diceva fosse stato il maestro dei cavalieri del dittatore Mamerco Emilio.
      Del resto, senza a subtrahere, „ per dirla con Livio, la testimonianza di Augusto ed anche accogliendo senza sospetto quanto questi affermava, è pressoché impossibile che in una inscrizione del V secolo Augusto avesse letto il cognome di u Cossus r. E ciò per la semplice ragione che l'uso dei cognomi (soprattutto di quelli che non si riferissero alla regione a cui in origine un cittadino apparteneva) nei documenti ufficiali, comincia a comparire in età di molto posteriore. Mi sia pertanto lecito dubitare che il titolo di console, che Augusto avrebbe letto in questa corazza di lino (nella quale, secondo ogni verosimiglianza, codesta inscrizione doveva essere ben scolorita) sia sorto per effetto di uno scambio fra 14 cos. „ Cosso.
      E vero che il titolo più antico dei consoli era u praetor n (v. le prove raccolte dal Mommsen, roem. Stautsrechi, I2, p. 72, n. 1); ma va del pari notato (v. ih. op. cit.) che antichissima è pure la forma consuì, „ come appare anche dal carattere sacro e sacerdotale di tale titolo, e che i nomi di codesti magistrati pare si trovino contemporaneamente usati e scambiati con altri pur designanti lo stesso ufficio (così anche u index „ ; cfr. Mommsen, op. cit. 73 sgg.)
      Che i Cornell abitassero nel Campidoglio abbiamo già sopra veduto, Liv. IX, 4, 8; cfr. s. p.. 83, 11. 4. E quindi naturale che un Cornelio dedicasse le spoglie del duce ucciso in 1111 tempio situato sul monte Tarpeio, in coerenza a quel costume per cui i Romani solevano custodire nelle proprie case le spoglie dei nemici, Polyb. VI, 39, 10; Liv. XXIII, 23, 6. Dubbi di questo stesso genere suggeriscono le notizie sulle statue di quattro ambasciatori fatti perire da Tolumnio, ossia dal re veiente che fu ucciso da Cosso, sul che v. nei cap. sgg.
      Pais, Storia di Koma. Voi. I. - Parte II. 13


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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