Storia di Roma di Ettore Pais

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      cap. vi. - dall'invasione gallica etcveientana alla stessa maniera che da Yeio condusse quella statua di Giunone Regina a cui fu data nuova sede sul colle Aventino. E poiché M. Camillo, passava per autore del tempio di Matuta, di Aio Locuzio e della Concordia, non v'è motivo di affermare che Giove Tutore sia per opera di lui diventato la divinità primordiale dello Stato, come ci farebbero pensare le tradizioni sull'istituzione o sul riordinamento dei ludi Capitolini.
      Alcuni dati che a prima vista parrebbero potersi conciliare con M. Furio Camillo, appartengono senza dubbio ad età posteriore. Il secondo Romolo è il prototipo in parte autentico, in parte leggendario su cui si modellarono le gesta ed i trionfi veienti del primo e fantastico re romano. Ma è pur chiaro che molte di quelle attribuite a Marco Furio Camillo non sono che la duplicazione di ciò che avrebbe compiuto il più giovane Lucio Furio Camillo. Non abbiamo ragioni sufficienti per spogliare Marco Camillo del vanto di aver conquistata Yeio e di dubitare che la potente città etnisca sia venuta in potere dei Romani poco prima dell'invasione gallica, invasione che gli scrittori greci, con un sincronismo più o meno artificioso, solevano fissare nell'anno della pace di Antalcida, e dell'assedio di Reggio per opera di Dionisio I di Siracusa (387 a. C.) Yi sono però argomenti per riconoscere che la vittoria che il primo Camillo avrebbe riportato sui Galli nel 367 a. C. è lo sdoppiamento di quella che nel 349 o nel 345, a seconda dei diversi computi, era attribuita al più giovane Camillo. Un'antica tradizione attribuiva a L. Furio Camillo, anziché a M. Camillo l'onore di aver salvata Roma dai Galli; (x) un'altra versione assegnava al più giovane Camillo quella vittoria sopra gli Etruschi, di cui si fa menzione nel 389 a. C. e che ricompare nel 385. Lo stesso vale per quelle guerre contro i Yolsci, che si dicono interamente domati nel 389, ma che si ritrovano nel 385, nel 358, nel 346, nel 341. Ciò dimostrano la storia della presa di Satrico e del tempio della dea Matuta ed in misura ancor maggiore quanto si narra rispetto a Yelletri, che ci dice punita da M. Camillo, mentre ciò, per confessione della stessa tradizione,
      1 V. s. p. 126


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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