Storia di Roma di Ettore Pais

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      SIGNIFICATO POLITICO DEL CULTO DI GIOVE CAPITOLINO
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      Con la cacciata dei re si mirò a collegare i dati più salienti, anzi i fatti fondamentali della politica e della religione nazionale. L'origine del massimo tempio e culto romano si volle far coincidere con il primo anno della libertà repubblicana, allo stesso modo che con la cacciata dei re si fece coincidere il più antico a foedus „ con Àrdea ed il primo trattato con i Cartaginesi. Questo primo trattato punico-romano, a confessione di tradizioni annalistiche meno scorrette, venne invece stipulato verso il 348 od il 344. (*) Ed a questa età più recente parrebbe riferirsi il trattato con Ardea, rammentato in modo stereotipato a proposito di Enea, della cac-
      Contro tutto quanto abbiamo fin qui osservato potrebbe farsi valere che secondo Plinio, XII. XXXIII, 19, nella tabella di bronzo posta sull'edicola della Concordia e dedicata da Gii. Flavio nel 304 a. C., costui avrebbe fatto incidere: u factain eam aedem CCIIII (CCCIII codd. BC.) post Capitolinain dedicatam. ita (aggiunge Plinio) CCCCXXXXVIIU (CCCCXLVIII cod. C.) a condita urbe gestum est cet. „ Questo dato, (v. Mommsen, roem. Clironologie, 2a ed. p. 198, seguito da tutti i critici posteriori) non solo serve di fondamento per stabilire il tempo della fondazione del Campidoglio, verso il 509 a. C. o poco dopo quell'anno, ma è considerato come il caposaldo di tutta la cronologia romana. Però, per quello che vedo, non è stato mai messo in discussione se V indicazione cronologica della tavola di bronzo dell'edicola di Gn. Flavio abbia più valore di quella della tavola di bronzo relativa all'intercalazione ed attribuita ai consoli del 472 a. C. (Varr. apd Macrob. I, 13, 21). Il racconto di Plinio non merita forse più fede delle dichiarazioni di Dionisio, IX, 60, ove ricorda il testo delia dedica del tempio di Giove Fidio sul Quirinale (testo che assegna al 466 a. C.) o dove discorrendo della dedica del tempio di Giove Capitolino (ad a. 507 a. C.) rammenta riscrizione del console M. Orazio, V, 35, ossia di quel mitico personaggio che come Orazio Coclite sembra la personificazione del dio Vulcano, v. s. parte I, p. 473 sgg. Infine niuno si è dimandato che l'indicazione di Plinio valga di più di quella certo falsa di Dionisio, I, 74, cfr. IV, 22, che in base a recenti e falsificati commentari censori commemoranti la cacciata dei re, ristabiliva la data della fondazione di Roma, e che non esitava a riferire il testo della pseudo legge Valeria del 509, V, 19. Gli antichi annalisti falsificavano il testo delle più antiche leggi Valerie fcfr. oltre al cap. Vili; così conio riportavano le parole del fantastico decreto fatto in onore della mitica Gaia Taracia, Plin. XII. XXXIV, 25; Gell. XA. VII, 7, 1. Sul valore di questo preteso cardine della cronologia romana avrò del resto agio di discutere ampiamente in seguito. Qui basti notare che esso si trova incastrato fra altri dati, che Plinio tolse da Calpurnio Pisone, i quali sono anticipazione di fatti posteriori; sul che v. oltre al cap. VILI.
      f1) V. s. al cap. sg.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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