Storia di Roma di Ettore Pais
la ribellione del 342; la guerra contro priverno
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Codesti autori più vetusti non facevano menzione del dittatore Valerio e del duce T. Quinzio. Essi dicevano solo che essendo in Roma scoppiata una grave sedizione, C. Manlio sorpreso di notte nella sua casa sarebbe stato obbligato di diventar duce dei ribelli, i quali partiti dalla Città, si sarebbero fissati in un luogo forte distante quattro miglia. I consoli alla testa dell'esercito sarebbero mossi contro di essi; ma tanto i loro soldati quanto i ribelli al primo vedersi, senza che vi fosse stato bisogno di esortazioni da parte dei lor duci, avrebbero spontaneamente deposte le ire. I consoli, vedendo i militi alieni dal combattere, avrebbero allora riferito al senato intorno ai provvedimenti da prendersi per ricondurre la concordia fra i cittadini. (l)
La notizia di così grave discordia intestina nel 342, come per il passato (nel 493 e nel 450 a. C.), avrebbe indotti i nemici del nome romano a cogliere la propizia occasione per muovere contro l'odiata Città. Soprattutto i Privernati avrebbero fatte scorrerie nel territorio di Norba e di Setia, diventate già colonie romane, ed i Volsci, guidati dagli Anziati, avrebbero assalita Satrico. (-) Il console C. Plauzio cominciò con il prendere Fri verno; ai Privernati tolse due parti dell'agro, quindi mosse contro i Volsci. La fortuna delle armi fu dapprima incerta, ma infine gli Anziati fuggirono e Plauzio devastò la loro costa. Il collega di lui L. Emilio dette alla sua volta il guasto al territorio dei Sanniti e costoro alla fine deliberarono di chiedere pace ai Romani, e di fare guerra ai soli Sidicini, i quali in tale pericolo richiedessero, come già i Campani, la protezione romana. (3) I Romani, dietro proposta del pretore Emilio, il quale del resto non pare differente dal consolegistratus uno anno gereret, utique liceret consules ambo plebeios creari . quae si omnia concessa sunt plebei apparet haud parvas vires defectionem habuisse „. Questa versione era accettata dalla fonte di Zonara, VII, 25 extr.
(1) Livio, VII, 42, 3: dopo aver detto: u aliis annalibus proditum est neque dictatorem Valerium dictum, sed per consules omnem rem actam (cioè i consoli C. Marcio, Q. Servilio) cet. „ aggiunge: u adeo nihil praeter quam sedi-tionem fuisse eam que compositam inter antiquos rerum auctores constat
(2) Liv. VII, 42, 8; Vili, 1.
(3) Liv. Vili, 1 sq.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (262/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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