Storia di Roma di Ettore Pais

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      218 cap. vii. - dall'intervento romano nella campania etc.
      il console T. Manlio: ricorda le antiche sconfìtte dei Latini ed i patti conchiusi da Tulio Ostilio, al tempo della distruzione di Alba, e quelli fissati dopo la battaglia del lago Regillo. Si proclama la guerra; Annio nello scendere dal Campidoglio cade e perde i sensi (altri dicevano fosse morto) e ciò è considerato quale presagio della prossima vittoria dei Romani. (1)
      I consoli T. Manlio e P. Decio, attraversando con due eserciti il paese dei Marsi e dei Peligni, nemici dei Latini, giungono davanti a Capua, dove si associano anche le forze dei Sanniti ed ove erano di già accampati i Latini con i loro alleati.(*) I Romani considerano quanto questa lotta sia diversa dalle precedenti. Occorre vincere vecchi alleati che conoscono perfettamente i loro ordinamenti tattici e strategici. Perciò il console Manlio dà ordine ai suoi di essere più che mai fedeli alle vecchie e rigide norme militari, e vieta loro di combattere fuori dell'ordinanza. Il valoroso figlio di lui, inviato alla testa di uno squadrone di cavalleria a fare una ricognizione, non sa resistere alla provocazione del cavaliere tuscolano Gemino Mecio ed in singolare duello lo uccide. Lieto della vittoria, T. Manlio si presenta al padre, ma questi non esita a punire il figlio dell'aver trasgrediti i suoi ordini, e lo fa uccidere; e con questo tremendo esempio restituisce l'antica disciplina. (3) La battaglia fra i Romani ed i Latini, collegati con i Sidicini, i Campani, gli Aurunci, si combatte, secondo la tradizione comune, presso Veseris alle radici del monte Vesuvio. Il console Decio consacra se stesso agli dei Mani ed alla Terra, e la memoranda battaglia è vinta dai suoi concittadini. (4) Secondo alcuni annalisti i Sanniti avrebbero contribuito alla vittoria dei Romani; secondo altre versioni invece sarebbero
      (l) Liv. Vili, 3, 6.
      O Liv. Vili, 6; Dion. Hal. XV, fr. 4.
      (3) Liv. Vili, 7; Cass. Dio. fr. 35. Boiss p. 91; Zonar. VII, 26.
      Liv. VII, 8, 19: tf pugnatimi est liaud procul radicibus Vesuvii montis, qua via ad Veserim ferebat Intorno a questa località v. oltre nel corso del capitolo. Diodoko, XVI, 90, che passa sotto silenzio tutti gli avvenimenti fin qui narrati, dice solo che la battaglia avvenne raspi raóXiv Zoòs?ascv, e fa menzione del trionfo di Manlio. Come faccio rilevare oltre, dalle sue parole non


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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