Storia di Roma di Ettore Pais

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      222 cap. vii. - dall'intervento romano nella campania etc.
      sidereremmo, quale condizione sarebbe stata fatta a ciascuna di esse. Ci è soltanto detto che ai Lanuvini venne accordata la cittadinanza romana a patto però che il tempio ed il bosco di Giunone Sospite diventasse comune ad essi ed ai Romani e che gli Aricini i Xo-mentani i Pedani vennero trattati allo stesso modo. La cittadinanza romana venne serbata ai Tuscolani, che già l'avevano; solo alcuni di essi sarebbero stati puniti. Si incrudelì invece con i coloni di Velletri, che tante volte avevano abbandonato la metropoli. Il senato veliterno venne trasportato sulla riva destra del Tevere, con la terribile ed umiliante disposizione che venisse tenuto in catene come schiavo chi di loro fosse trovato nel territorio posto sulla riva sinistra, vale a dire nel Lazio; le terre dei senatori di Velletri vennero accordate a coloni, le mura della città furono abbattute. (l)
      (') Liv. Vili, 142, u relatum igitur ile singulis decretumque. Lanuvinis eivitas data sacraque sua reddita cuin eo, ut aedes lucusque Sospitae Iunonis communis Lanuvinis municipibus cum populo Romano esset. Aricini Nomenta-nique et Pedani eodem iure, quo Lanuvini, in civitatem accepti. Tusculanis servata eivitas, quam habebant, crimenque rebellionis a publica fraude in paucos auctores versum. in Veliternos, veteres cives Romanos, quod totiens rebellassent, graviter saevitum: et muri deiecti, et senatus inde abductus, iussique trans Tiberini habitare, ut eius, qui cis Tiberini deprehensus esset, usque ad mille passimi clarigatio esset nec prius quani aere persoluto is, qui cepisset, extra vincula captuni liaberet. in agrum senatorum coloni missi, quibus adscriptis speciem antiquae frequentiae Velitrae receperunt. et Antium nova colonia inissa cum eo, ut Antiatibus perniitteretur, si et ipsi adscribi coloni vellent; naves inde longae abactae, interdictunique mari Antiati populo est, et eivitas data. Tiburtes Prae-nestinique agro multati, neque ob recens tantum rebellionis conimune cum aliis Latinis crimen, sed quod taedio imperii Romani cum Gallis, gente efferata, arma quondam consociassent. ceteris Latinis populis conubia commerciaque et concilia inter se adeinerunt. „
      Le indicazioni date da Vellkio, I, 14, non rispondono esattamente dal lato cronologico, ma concordano nella sostanza. Per il 341 a. C. egli rammenta la cittadinanza accordata agli Aricini e al consolato di Sp. Postumio e di Veturio Calvino, ad a. 334 a. C. Varr., (consoli daccapo nel 321 a. C.) riferisce la legge che accordò la cittadinanza ai Campani * partique Samnitium, n e nello stesso anno pone la colonia di Cales che anche Livio, Vili, 16, fissa in quell'anno. For-mie, e Fondi, secondo Velleio, ottengono la cittadinanza tre anni dopo, nell'anno della fondazione di Alessandria, a. 331 a. C. A chi si riferiscano le parole 41 partique Samnitium „ non sappiamo. Il Mommsen, ad CIL. X, p. 471, pensa a quelli di Teano. Ma le notizie relative ai Sidicini, come fa notare il Burger, neue


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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