Storia di Roma di Ettore Pais

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      230 cap. vii. - dall'intervento romano nella campania etcpatti con i propri connazionali. (') La storia autentica delle relazioni fra Capua e Roma, dalla seconda metà del IV secolo sino alla battaglia di Canne, dimostra invece che i Campani non fecero una dedizione di tal genere. Risulta all'opposto che verso il 343 gli abitatori di Capua, ossia di uno dei più potenti stati della Penisola, contrassero un trattato di alleanza con i Romani, che da principio dovette essere basato sul piede di perfetta eguaglianza fra le due parti contraenti. Codesto " foedus aequum, „ di cui anche più tardi si fa ricordo, stando alle stesse tradizioni nazionali, sarebbe durato almeno sino al 318-314, in cui Capua si ribellò ed in cui si sarebbero
      Mommsen, per ricavare quanto dalle antiche fonti fosse narrato e quanto no, sarebbe lo stesso che dalle brevissime e monche indicazioni sincronistiche che si leggono nelle Hellenica di Senofonte (e che senza ragione si reputano da taluni interpolazioni I, 1, 37 : xai 6 sviauxòg sXyjysv, sv

Kap*/7;Sóvtot, 'Avvila yjyo'jpsvo'j axpaT£ÙaavTS£ èni ~txsXJav Séxa. p.optasi axpa^iag alpo'jaiv sv xpio: ,iv;aì Suo TióXstg cEXXr,vi£ag, SsXivoOvxa cI}Jtspav (cfr. ib. I, 5, 21 ; II, 2, 23; 3, 4), voler giudicare frutto di posteriore e non autentico allargamento letterario quanto su questi stessi avvenimenti, (ossia sulla presa di Seliuunte, di Imera, di Agrigento, sulla prima grande guerra di Dionisio contro Cartagine), ci è riferito con molta ampiezza di particolari dallo stesso Diodoro, XIII, 54 sqq. ad a. 409 sgg. a. C. Diodoro, alla sua volta, ove narra tali vicende, non fa che un sunto degli amplissimi racconti di Eforo e Timeo, i quali poi discordando in taluni particolari di cifre o di altro raccontavano fatti pur degni di fede.
      La fonte di Diodoro per gli avvenimenti romani, rispetto al numero dei fatti se non alla quantità delle parole, nelle linee essenziali e rispetto ai fatti più importanti raccontava su per giù quanto la fonte degli annalisti dell'età sillana, e di Livio; con questa differenza, che le fonti di Diodoro paiono riflettere ora come sempre le redazioni più semplici e meno adulterate del II secolo a. C. mentre la fonte liviana accoglie allargamenti posteriori. Perciò anche per quanto si riferisce alla seconda guerra sannitica le notizie di Diodoro si rivelano sempre migliori di quelle dello storico di Padova. Sul che v. nel cap. sg.
      (x) In Livio, VII, 31, 3, dal capo della ambasceria dei Campani si fa dire; 54 quando quidem—inquit — nostra tueri adversus vim atque iniuriam iusta vi non vultis, vestra certe defendetis: itaque populum Campauum urbemque Capuani, agros, delubra deum, divina liumauaqne omnia in vestram, patres con-scripti, populique Romani dicionem dedimus, quidquid deinde patiemur dediticii vestri passuri Livio poi aggiunge: a sub haec dieta omnes manus ad consules tendentes pieni lacrimarum in vestibulo euriae procubuerunt. coinmoti patres vice fortunarum humauarum, si ille praepotens opibus populus, luxuria super-biaque clarus, a quo paulo ante auxilium finitimi petissent, adeo infractos ge-reret animos, ut se ipse suaque omnia potestatis alienae faceret cet. „


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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