Storia di Roma di Ettore Pais
critica della dedizione dei campani
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parte, le vere cagioni dell'intervento romano nella Campania. Dal complesso delle notizie pervenuteci intorno alle relazioni fra Roma e Capua appare evidente che tale intervento fu determinato non soltanto dalle condizioni politiche esterne e dalla pressione che i Sanniti delle montagne facevano su quelli del piano, ma anche dallemoderni che assegnano al 348-818 i più antichi nummi di argento protestano le chiare ed esplicite dichiarazioni degli antichi, i quali affermano che la prima moneta di argento romana non fu battuta prima del 269 o del 268 a. C., Liv. ep. XV; Plin. XII. XXXIII, 45; Zonar. Vili, 6. La bellezza dei più antichi nummi" di argento romani (siano essi stati battuti a Roma da artefici italioti, ovvero per ordine dei generali romani nei campi della Campania e della rimanente Italia Meridionale) non sono niente affatto indegni della metà del secolo III come provano a centinaia le monete italiote e siceliote di quel tempo. La più naturale spiegazione della somiglianza dei tipi romani-campani di questo periodo va cercata, come testé dicemmo (v. s. n. 231, n. 1) nella mutazione della relazione di Capua verso Roma dopo il 271 a. C. in cui tutta la così detta legione campana fu uccisa nel Foro; e si spiega come Roma divenuta vera signora della Campania anzi dell'Italia centrale e meridionale, due o tre anni dopo abbia cominciato a battere moneta d'argento.
Così non vanno accolte le affermazioni dei numismatici ove parlano di nummi d'oro romano-campano anteriori al tempo di Annibale. Stando alla dichiarazione di Plinio, XH. XXXIII, 47, Roma fece le prime monete d'oro o LI
0 LX1I anni ossia dopo quelle di argento. Difatti quelle dal tipo di Giano e aventi la rappresentazione del u foedus „ Babelon, op. cit. I, p. 23; Head. op. cit. p. 29, che per ragioni stilistiche male si adattano al secolo IV, convengono alla fine del secolo III od al principio del II, in cui comincia quella generalmente poco accurata monetazione romana che tanto stuona con i suoi primordi e con quella degli stati greci sino a quel tempo.
Che se dallo stile passiamo alla rappresentazione non v'è ragione speciale di vedere nei due personaggi che fanno il * foedus „ un guerriero campano ed un altro romano. I codici di Plinio rispetto alle date delle prime monete di oro hanno LI, così quello di Bamberga ovvero LXII. Se si accetta la prima data si viene al 218, se la seconda al 207. Accettando la prima si giunge al principio della seconda guerra punica, e sarebbe allora forse il caso di pensare alle auree miniere presso Victimule, che erano di già sotto la supremazia romana al tempo di Annibale, il quale non senza ragione nel 218 o nel 217 si insignorì di quell'emporio fortificato, Liv. XXI, 57, 9; Diod. XX, fr. 17; Plin. XH. XXIII, 78; cfr. Strab. V, p. 218 C. Considerando l'amore dei Galli per l'oro e l'abbondanza di tal metallo presso tali genti (Polyb. II, 17, 71) non sarebbe difficile capire come
1 Romani, debellati i Galli Insubri a Clastidium e presa Milano (223-222 a. C.), insignoritisi delle regioni vicine alle miniere auree di Victimule, non lontane da Vercelli, avessero incominciato a battere monete di oro. Ove poi si prefe-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (282/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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