Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della dedizione dei campani. 237
      Sanniti costituirono un serio pericolo per Roma, questa ebbe interesse a trattare con riguardo i Campani, ossia «un popolo che disponeva di molte ricchezze e di un'eccellente cavalleria.
      In breve la storia della dedizione di Capua nel 343 si presenta come una deliberata falsificazione creata dopo il 211 in cui, assediata da Fulvio e da Àppio, quella città dovette umilmente arrendersi ai Romani che furono spietati nel distruggere lo stato rivale. Ai Romani venne aspramente rinfacciato il duro contegno che tennero verso i loro antichi alleati, (L) i quali, prima ancora del 216, da federati sul piede dell'eguaglianza, fatta eccezione per un numero più o meno grande di famiglie privilegiate, erano discesi alla condizione di " cives sine suffragio „.(2) E si comprende come a discolpa ed a giustificazione di un tale operato si siano esagerati gli obblighi che i Campani avevano assunti verso i loro alleati, e si sia del pari accresciuto il valore del beneficio interessato chedei loro irrequieti vicini. Ma l'esistenza di rapporti è provata da ciò non meno che dalle monete.
      L'efficacia delle monete di Napoli nel IV secolo è poi lecito riscontrare in quelle di Capua, di Suessa Aurunca, di Teanum, di Cales, di Caiatia, di Compulteria, di Venafro, di Alife, di Nola, di Hyria, di Fistelia, di Malevento, di Esernia. Da questi fatti ben noti sarebbe certo erroneo ricavare conseguenze sulla diretta od indiretta egemonia politica di Napoli. Queste monete attestano però una efficacia commerciale e politica assai estesa con alcune di tali città. Così quelle aventi nell'esergo i nomi di Suessa Aurunca e di Cales, Garrucci, op. cit. tav. LXXXV, n. 32-34, mostrano federazioni con le colonie latine di Suessa e di Cales, le quali, come facciamo rilevare a suo luogo (p. 242, n. 2), anche dopo il 338 a. C. avevano diritto di contrarre relazioni con le citta amiche di Roma fra le quali, dopo il 326 a. C., rimase poi sempre Napoli.
      O Cfr. ad es. Liv. XXXI, 29, 11, ove ai Romani si rinfaccia: u Capua quidem sepulcrum ac monumentum Campani populi cet. cfr. XXVI, 16, 12: 44 cuius ruinis omnis Campania, omnes qui Campaniam circa accolunt populi ingemuissent cet. „
      (2) A famiglie privilegiate si accenna con evidenza da Livio, XXIII, 5, 10, con le parole: u civitatem nostrani magnae parti vestrum dedimus „; ciò risulta anche da quanto si racconta sulle u coniurationes „ fatte nel 314 dagli u homi-nes novi, „ Liv. IX, 26. Infine, allorché lo stato di Capua venne distrutto, dal senato romano furono fatti decreti * in familias singnlas „ Liv. XXVI, 34, 2. Rispetto all' u ius connubi „ fra Roma e Capua v. al cap. sg.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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