Storia di Roma di Ettore Pais
critica della dedizione dei campani
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La menzogna romana trovò facile accoglienza anche perciò che nel 211 la cittadinanza campana venne interamente distrutta o disciolta. Uccisi i maggiorenti, trasferita la moltitudine a seconda del caso a nord del Volturno, del Liris, o del Tevere, trasportati nelle città vicine quei pochi Campani che erano stati fedeli a Roma, nessuna voce autorevole poteva ormai far sentire la voce di protesta della città trattata cosi barbaramente. (L) Gli stessi abitanti della posteriore Campania erano interessati ad accreditare la versione romana, la quale fingendo un'antica dedizione ed una lotta sostenuta esclusivamente nell'interesse di Capua, (*) giustificava la feroce vendetta contro gli odiati rivali, e trovava anche il modo di presentare sotto un aspetto legittimo ed onesto Vintervento nelle faccende campane a danno dei Sanniti con cui Roma, per dichiarazione della stessa tradizione, era anteriormente vincolata da un trattato internazionale. (3)
Un'ulteriore conferma a questi risultati otterremo fra non molto osservando come vari particolari attribuiti alla storia di Capua fraChe i Teanenses o Teates (che Livio malamente distingue) ed i Canusini appartenessero ai veri e propri federati dimostra invece la fedeltà che mostrarono verso Roma al pari della latina colonia di Venusia durante la seconda guerra punica. Canusio fu una delle città che accolsero i fuggiaschi di Canne (v. ad es. Liv. XXII, 52 sqq.). e le monete di argento delle due città mostrano essere appartenute agli stati autonomi di diritto, se non di fatto, almeno sino al III secolo. E pertanto evidente che le parole di Livio, dove identificano il u foedus iniquum „ alla semplice u deditio „ contengono una inesattezza o meglio il frutto di una tendenza politica di un annalista.
0) Liv. XXVI, 33 sq.
(2) Si notino ad es. le parole Liv. XXIII, 5, 8 : a coeptum propter vos (cioè per i Campani) cum Sannitibus bellum per centum prope annos variante fortuna eventum tulerimus XXXI, 31, 11: * cum prò iis bellum adversus Samnites per annos prope septuaginta cum magnis nostris cladibus gessissèmus
(3) Dopo aver detto che i Romani dapprima si sarebbero rifiutati di aiutare i Campani a danno dei Sanniti, Liv. VII, 31, 2: u ne qua vetustior ami-citia ac societas violetnr. Samnites nobiscnm foedere inncti sunt „ (cfr. VII, 19, 4, a. 354), si aggiunge che fatta la deditio : u tum iam fides agi visa deditos non prodi; nec facturnm aequa Samnitium popnlnm censebant, si agrum ur-bemqne per deditionem factam populi Romani oppugnarent. „ ; cfr. Flor. I, 11: u erat foedus cum utrisque percussum, sed hoc Campani sanctius et prius omnium suorum deditione fecerunt „.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (286/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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