Storia di Roma di Ettore Pais
244 cap. vii. - dall intervento romano nella campania etc.
fermo nella Campania, dopo che le città latine si trovarono ad essere strette fra i possedimenti romani dell' Etruria e quelli dell'agro Falerno, si comprende come a danno delle antiche federate si mutassero quei rapporti che in origine erano stati di piena eguaglianza. Ma è assurdo supporre che Roma ciò avesse fatto sino dal 340-338 a. C., proprio nel momento in cui trovandosi cinta d'ogni parte da nemici aveva più che mai bisogno del braccio dei suoi vecchi consanguinei ed alleati.
Fra le varie notizie conservateci dalla tradizione merita fede quella che ancora per il IV secolo afferma l'esistenza del concilio dei Latini presso la sorgente della dea Ferentina, che in altri termini prova che Àricia era già stata a capo della più vetusta federazione, e che accanto a Lavinio era una delle " città sante „ della lega. Sino alla battaglia di Suessa (verso il 340 a. C.); stando a cotesta versione nazionale, i Romani avrebbero partecipato a tale congresso come confederati, (l) sebbene la loro potenza, gli acquisti territoriali da loro conseguiti, come stato di confine della lega verso i Falisci e gli Etruschi, li avesse resi nel fatto più ragguardevoli delle altre città latine. E la tradizione è logica e presenta un dato tipico nel fondo esatto (sebbene si riferisca ad un fatto spurio attribuito al V secolo), ove da un ambasciatore romano fa giustificare la Città di fronte ai lamenti esposti dalle città latine radunate in quel concilio. (2) Ma ove anche si dovesse riconoscere che gli avvenimenti, che la tradizione fissa per l'anno 340 a. C. e collega con una battaglia combattuta a Suessa, cangiarono le condizioni di molti fra gli alleati Latini obbligando costoro a riconoscere la supremazia romana, è falso che i patti allora stipn-
(1) Cinc. apd Fest. s. v. praetor p. 241 M: usque ad poectum f Mureni cos . popnlos Latinos ad capud octentinae f , quod est sub monte Albano, con-sulere solitos, et imperium communi Consilio administrare . itaqtie quo anno Ro-manos imprs \ ad exercitum mittere oporteret iussu nominis Latini, complures nostros in Capitolio a sole oriente auspicis operam dare solitos . ubi aves addixis-sent, militem illuni qui a communi Latio nissus esset, illuni quem aves addixerant, praetorem salutare solitum cet. „; cfr. Liv. VII, 25, 5; Vili, 3, 9.
(2) Diox. Hal. V, 50.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (291/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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