Storia di Roma di Ettore Pais
248 cap. vii. - dall'intervento romano nella campania etc.
di una dedizione ai Romani ovvero ai Latini, con i quali i Sidicini vennero nel fondo ad essere assimilati, (') sebbene tutto facciadà peso all'orazione di C. Gracco apd Gell. XA. X, 3. Ma quivi oltre, che dei Teauenses e poi dei Caleni (che erano coloni Latini), si parla anche dei Feren-tini, ancora u foederati „ nel 306 a. C., v. Liv. IX, 42, 11, e che nel 194 a. C., come prova il racconto di Liv. XXXIY, 42, erano in condizione analoga ai Latini, i quali nel fatto, come si ricava fra l'altro anche dalle esplicite dichiarazioni di Cicerone, prò Balbo, 24, 54, erano del pari " foederati „. Questa sostanziale identità fra le città di diritto latino ed alcune delle federate spiega credo perchè Volaterrae città federata venisse da Siila messa nella categoria delle città aventi come Ariminum il diritto delle dodici colonie latine, Cic. prò Caec. 35, 102.
Che Teanum Sidicinum fosse civitas sine suffragio „ non prova ad ogni modo il fatto che quattrocento Sidicini fecero parte della cosi detta legione Campana che si impossessò di Reggio, dacché (a parte l'ipotesi del Burger, l. c. che ad una legione di u cives sine suffragio „ fossero aggiunti ausiliari federati) va ricordato che nulla dimostra che i Campani fossero allora u cives sine suffragio, r v. s. p. 231, n. 1. La partecipazione di Teanenses alla legione Campana, costituisce anzi, se non m'inganno, un argomento a favore dell'autonomia dei Sidicini (v. s. I. c.); nè comprendo perchè nel passo di Livio, XXII, 42, 11, ove si ricorda un cavaliere Sidicino, si debba vedere con il Mommsen un accenno ad un cavaliere di una lesione romana.
La miglior prova che Teanum Sidicinum fosse città federata è fornita dalle sue monete, le quali provano relazioni con Cales, Aquinum, Suessa Aurunca, Telesia, e forse Venafrum, aventi monete con il medesimo tipo della testa di Pal-lade e nel rovescio il gallo. Tali monete battute nel III secolo non solo attestano relazioni con le colonie latine, come Cales e Suessa, ma con città indipendenti come Telesia (e forse con Venafro) le quali due ultime, come è lecito ricavare dalle leggende osche di tali monete, continuavano ad essere più o meno autonome. Che Telesia sia rimasta federata sino a tarda età, non ostante i dubbi in contrario del Mommsen, ad CIL. IX, p. 205, appare dal fatto che fu patria di Ponzio Telesino, Yell. II, 27; App. l c. I, 9. Tali rapporti, estesi anche a stati autonomi sarebbero affatto inconcepibili ove Teanum fosse diventata u fundus „ romano, ossia c civitas sine suffragio „. Teanum mantenne la sua semindipendenza sino a quel tempo in cui le città federate, prima Preneste, v. Liv. XLII, 1, a. 173 a. C., dovettero piegare il capo davanti alla prepotenza di Roma, che non aveva ormai più bisogno dei suoi antichi alleati. In quanto al dato di Yelleio, I, 14, 3, sulla " civitas sine suffragio „ accordata ad una parte dei Sanniti contemporaneamente ai Campani, nulla dimostra che esso, come pensa il Mommsen, si riferisca ai Sidicini; sul che v. s. p. 222, n. 1.
(l) Certo durante la guerra per la ripresa di Capua, Teanum appare essere uno dei principali quartieri dei Romani, simile in tutto e per tutto a Cales. Perciò in ambedue queste città vennero ad es. custoditi i senatori Campani, che vi furono poi uccisi, Liv. XXYI, 15.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (295/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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