Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della prima guerra sannitica
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      monte Gauro, ove si ammetta che l'esercito romano, come nel 215 al tempo di Annibale, mirasse a proteggere i Cumani. (') I Cumani nella pace del 338 si dicono trattati alla stregua dei Campani e dei Suessulani, che avevano chiesto l'aiuto dei Romani contro i Sanniti (-) E dal racconto relativo al principio della seconda guerra sannitica (ove ci è detto che i Sanniti, per indurre i Napoletani nella resistenza contro i Sanniti, promisero loro di riconquistare quel territorio di Clima, che i Campani avevano preso per sè, allorché si erano impadroniti di Capua e di Cuma) (3) risulta che le vicende di Cuma erano interamente collegate con quelle di Capua. Cuma e Capua parrebbero pertanto unite da comuni interessi durante la guerra del 343; e non va dimenticato che Cuma, sino all'età di Annibale, continuò ad essere uno dei centri religiosi della Campania. (4) Ma, sebbene vi siano ragioni che spieghino la possibilità di una battaglia presso il Gauro, non va taciuto come altri motivi diano adito al sospetto che le gesta di M. Valerio, il console del 343, che immediatamente dopo una guerra contro gli Aurunci od Ausoni vince i Sanniti presso quel monte, e l'anno dopo come dittatore pacifica l'animo dei Romani libelli reduci dalla Campania, non siano diverse da quelle di M. Valerio il console del 335 che, dopo una simile guerra contro gli Ausoni conquista la città di Cales, fondamento della potenza romana nella Campania, dove con gradimento della plebe, l'anno seguente, secondo la cronologia liviana, si fonda una colonia. (5) Questa colonia, secondo altri computi degni di pari considerazione, sarebbe stata infatti dedotta l'anno stesso in cui fu accordata la cittadinanza ai Campani e ad una parte dei Sanniti.
      (1) Liv. XXIII, 35 sq. Così in questo tempo Suessula torna ad essere un campo trincerato.
      (*) Liv. VQI, 14, 14.
      (3) Dion. Hal. XV, fr. 6, 5.
      (4) Ciò prova la storia del sacrifìcio di Hamae, distante tre miglia da Cuma, sacrificio che si faceva in comune da tutti i Campani, Liv. XXIII, 35. Lo stesso pare si debba pensare sul culto di Iuno Gaura, che troviamo ricordato in un'inscrizione di Capua dell'anno 71 a. C., v. CIL. X, n. 3783. Si pensi anche al culto di Apollo Cumano che durò nell'impero.
      O Liv. VII, 28; 29; cfr. Vili, 15; 16.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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