Storia di Roma di Ettore Pais
264 cap. vii. - dall intervento romano nella campania etc.
Allo stnto delle nostre cognizioni non è agevole dire quale fatto autentico abbia fornito occasione a fingere questa rivolta militare. Che i legionari potessero tenere tale contegno è parso strano, anzi impossibile a più di un eminente critico moderno. Codesti critici accettano infatti senza riserva quanto la tradizione riferisce sulla composizione, sulla disciplina e sull'onoratezza dell'antico esercito romano. Ma anche ammesso che i duci non potessero concepire il disegno di spegnere con il tradimento i propri alleati, non sarebbe escluso che la plebe si fosse lasciata adescare dal desiderio di possedere con tale mezzo il fertile piano della Campania. Una congiura di questo genere (per lasciar da parte quei Sanniti che con simile tradimento si insignorirono di Capua, di Messina, o che durante il V ed il IV secolo conquistarono parecchie altre città della Sicilia e della Magna Grecia), (l) è ricordata a proposito dei Campani militanti al tempo di Pirro nell'esercito romano, i quali con nefanda perfidia si impadronirono di Reggio. Non sarebbe diffìcile trovare altri simili esempi anche a proposito di eserciti disciplinati. Basti ricordare come l'armosta spartano Eteonico a mala pena salvò daper consules omnem reni actam neque antequam Romani veniretur, sei! Romae eam multitudinem coniuratorum ad arma consternatam esse, nec in T. Quindi
villani, sed in aedis C. Manli nocte impetum factum____ coactosque consules,
cum viderent aversos a dimicatione militimi animos, rettulisse ad patres de concordia reconcilianda.adeo nihil praeterqnam seditionem fuisse eamqne con posi ta 111 in ter antiquos rerum auctores constat. „
(1) Per passare sotto silenzio la storia di Zancle presa dai Sami e da Ip-pocrate di Gela, Herodot. VI, 23, di Reggio depredata dai veterani da essi chiamati da Imera, Just. IV, 3, di Capua conquistata dai Sanniti sugli Etruschi, v. s. p. 209, li. 1, basterà ricordare i Campani che nel 404 con simile perfidia si insignorirono di Entella sgozzando i cittadini, prendendo per sè le donne loro, Diod. XIV, 9, ed i Mamertini che con simile procedimento si resero padroni di tanta parte della Sicilia, Diod. XXII, 6, 4; cfr. XX, 32. Lo stesso vale per Clinia tiranno di Crotone al tempo di Agatocle, Dion. Hal. XX, fr. 7. come per ciò che avvenne a Siracusa sotto il domino di vari dei suoi tiranni. Si confronti infine quanto si dice sul contegno dei Sanniti a Palepoli nel 326 a. C.t Liv. Vili, 25, 6. In breve un semplice e superficiale sguardo alla storia dei mercenari della Sicilia e della Magna Grecia (si pensi del resto anche a Nabide ed a Sparta) prova che quanto si racconta per Capua verso il 342 e per Reggio al tempo di di Pir ro non costituisce fatti isolati nta rientra nella categoria di fenomeni generali e costanti presso molti popoli dell'antichità.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (311/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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