Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della sedizione militare del 342 a. c.
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      tale sorte la città di Cliio (x) e come, secondo una stessa tradizione nazionale, che un'altra versione cerca occultare od oscurare, anche i Romani nel 314 non si sarebbero comportati diversamente verso i loro alleati Aurunci, abitatori di Vescia, di Minturne e di Àusona, dove un anno dopo, con l'onesto titolo di " colonia Latina, „ si dice fondata Suessa Aurunca. Suessa non pare sia stata conquistata con arti diverse da quelle con cui Decio Vitellio, il tribuno militare della legione campana, s'impadronì di Reggio. (2) Analoghi fenomeni è lecito constatare rispetto ad altre fazioni del tempo delle guerre sannitiche. (3) Il tradizionale rispetto di Roma per la fede e l'onore non le impedì, e non poteva vietarlo, di recare aiuto ai Mamertini lordi del sangue dei Messenì e dei Reggini. (4) In breve spogliando la storia romana di quell'ammanto di maestà e di nobiltà con cui fu involta dagli storici del popolo che la propria fede soleva ormai contrapporre a quella dei Greci, degli Apuli, dei Cartaginesi, non si presenta come impossibile ed assurdo ciò che negli stessi annali nazionali è affermato per il 342 a. C.
      Poiché l'esame della pseudo-storia e della quasi-storia romana c'insegna che i tratti fondamentali di vicende immaginarie vennero creati trasformando ed anticipando dati autentici di età storica successiva, non sarebbe inopportuno investigare quale fu il nucleo reale che servi di materia prima a questo racconto: racconto che, almeno rispetto al 342 a. C., era ignoto ai più antichi annalisti. Lo stato pur troppo assai lacunoso della tradizione per i tempi successivi alle guerre sannitiche non ci sorregge però in una simile
      (l Xenoph. HelL II, 1.
      (2) Liv. IX, 25, 9: * deleta Ausonum gens vix certo defectionis crimine, perinde ac si internecivo bello certasset. „ Livio, costante difensore della nobiltà ed onoratezza romana, poco prima, a titolo di scusa, osserva: * quia absentibus ducibus impetns est factus, nullns modus caedibus fuit
      ?>) Si pensi ad es. alla pace Caudina che i Romani cercavano, più tardi, negare fosse stata fatta con un a foedus „. Su ciò v. oltre al cap. sg.
      (4) Infatti lo stesso Polibio, III, 26, 6, il quale, in fondo, scrive una storia apologetica dei Romani, di fronte alle accuse clie in questo ed in altri casi gli storici siciliani del partito punico solevano scagliare contro Roma, si vedeva obbligato riconoscere che per questo lato il biasimo non era ingiusto.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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