Storia di Roma di Ettore Pais
critica della sedizione militare del 342 a. c.
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La scarsezza di indicazioni sicure ci vieta pure di stabilire quale sia il fatto autentico che porse occasione a favoleggiare intorno allo zoppo T. Quinzio dimorante nell'agro tuscolano fatto suo malgrado duce dei ribelli. Solo emerge che un avvenimento, di cui non siamo più in grado di misurare la portata e l'efficacia storica, valse tanto a fissare codesto episodio nell'anno 342, come a fingere la pseudo gesta del leggendario Quinzio Cincinnato. Nell'Algido, presso Tuscolo, Cincinnato avrebbe infatti più volte tratto a salvamento i suoi connazionali; e venduto il suo, onde aver modo di pagare la multa inflitta a suo figlio, all'esule Cesone, Cincinnato si sarebbe ridotto a vivere su quel magro campicello, che alcuni collocavano sulla sponda destra del Tevere, ma altri fissavano appunto nello sterile terreno della tribù Pupinia presso Tuscolo. (!)
Checche si voglia o si possa pensare su ciò, la esplicita dichiarazione di Livio: che gli autori più antichi ignoravano codesta sedizione militare, accanto alla menzione di un Salonio, a proposito di una legge militare sui tribuni militari, ai quali si vietava potessero oltre riprendere l'ufficio di centurione, fa pensare a racconti imbastiti con elementi di età assai posteriore al IV secolo. (-) NelII, 9, 19; App. b. c. I, 85 sqq. Fatti di questo genere durante le guerre civili, si verificarono altre volte. Basti ricordare i noti episodi dell'esercito di Afranio e Petreio, legati di Pompeo, e di quello del triumviro Emilio Lepido.
(*) V. s. parte I, p. 526. Nel racconto che esaminiamo è chiara la tendenza a glorificare un Quinzio amante della plebe, contrapposto quindi ai vecchi Quinzì cosi severi verso costei. Non so se sia lecito supporre che a plasmare codesto tipo abbia pur contribuito qualche Quinzio democratico dell'ultimo secolo della repubblica. Certo in codesta età troviamo il famoso tribuno L. Quinzio (74 a. C.) il quale tentò rovesciare gli ordinamenti di Siila, Sall. hist. Ili, fr. 48, 11 Manr.; cfr. Cic. prò Cìuentio, 27, 74 sqq.; Plut. Lue. 5. Codesto potente tribuno, al pari di Clodio e di Sulpicio, potrebbe essere un rampollo di vecchia famiglia patricia passato alla plebe.
f~) La dichiarazione di Livio, VII, 41, 4, che la legge militare: * ne quis, ubi tribnnus militum fuisset postea ordinem ductor esset „ fu stabilita in odio di P. Salonio, che alternativamente ogni anno era eletto tribuno militum o primo fra i centurioni, accenna a provvedimenti militari a noi poco noti (nel 171 a. C. si trova ancora fatta menzione dei centurioni destinati a combattere per le nuove campagne con grado inferiore, Liv. XLII, 33 sqq.) La notizia che tal legge sarebbe stata approvata in grazia dello stesso Salonio, il quale avrebbe pregato i
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (314/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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