Storia di Roma di Ettore Pais
290 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
non abbiamo più modo di stabilire con esattezza. Tutto fa però credere che tale distacco sia infinitamente minore di quello che generalmente si ammette. Ove poi si accogliesse la tesi che le leggi delle XII tavole non vennero pubblicate prima del tempo di Àppio Claudio e eli Gn. Flavio, non si stenterebbe a capire come fra i pseudo-decemviri plebei del secondo anno (450 a. C.) si trovi un Petelio, e come mai dei Petelì si torni a far menzione solo verso la metà del IV secolo, ossia a proposito di quei personaggi intorno ai quali ora discutiamo. (')
Checchessia di ciò, il racconto intorno al giovinetto, il quale, grazie al suo pudore, sarebbe stato causa di così grande riforma, richiama alla mente la bella leggenda della pudica Verginia, che in causa della libidine di Appio Claudio e di un ingiusto giudizio, avrebbe fornita l'occasione acche si rovesciasse la tirannide dei decemviri e si abrogassero quelle inique leggi, che non garantivano la libertà dei plebei. Rispetto alla data delle leggi romane sembra infatti essere avvenuto quanto pur succedette a proposito delle dediche dei tempi ed in generale per le leggende topografiche. Di ogni edificio si sapeva dire da chi e perchè fosse stato eretto; di
(') Sul decemviro Petelio v. s. parte I, p. 570; cfr. s. p. 284, n. 2. Di lui è una ripetizione il tribuno della plebe per la seconda volta nel 441, autore di una sedizione causata dalla proposta della legge agraria, Liv. IV, 12. Un Petelio ricompare come console nel 360 e di lui si fa menzione a proposito di un falso trionfo, Liv. VII, 11, v. s. p. 108. Forse è lo stesso personaggio colui che figura come tribuno della plebe nel 358, e propone la legge sull'ambito contraria ai plebei, Liv. VII, 15, legge che ricompare anche per il 432 a. C. Liv. IV, 25, v. s. p. 156. Un Petelio, Liv. VII, 27, è menzionato a proposito di una di quelle guerre contro gli Anziati a Satrico, di cui si fa ricordo ancora nel 341, Liv. Vili. Codesto personaggio è del resto quello stesso che appare console per la terza volta nel 326 in cui si sarebbe approvata la u lex Poetelia-Papiria „ sui u nexi Gli ultimi Petelì che figurano nei fasti sono: uno dei consoli nel 314, il dittatore del 313 a. C., ed il u magister equitnm „ del 313 a. C. Va però anche notato che il nome dei due consoli del 314 è quello dei consoli del 337, rispetto ad uno dei quali invece di Petelio abbiamo Elio Peto, v. s. p. 246. Un Petelio infine, figlio di un consolare, avrebbe patito la ripulsa nel 304 a. C., allorché con un Domizio si sarebbe presentato candidato per l'edilità, la quale sarebbe stata invece conferita a Gn. Flavio e a Q. Anicio di Preneste, Plin. jStH. XXXIII, 17. Ma su queste notizie v. al cap. sg,
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (337/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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