Storia di Roma di Ettore Pais
296 CAP. VII. - DALLINTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
roso perdono dei Romani verso i Tuscolani, dacché altre versioni più particolareggiate, che parrebbero derivare da fonti più vetuste e sincere è che hanno l'impronta di una maggiore credibilità, discorrendo della guerra tuscolana del 323 parlano espressamente di unV _
trionfo menato sopra tal gente. (*) E ovvio il confronto tra queste doppie versioni intorno al trattamento dato ai Tuscolani e le con-tradittorie narrazioni intorno alle più o meno favorevoli concessioni fatte ai Privernati. Non è diffìcile riconoscere che la storiella del magnanimo perdono accordato ai Tuscolani ha per fondamento le posteriori relazioni che avvinsero poi Roma alla città che più d'ogni altra in lei si trasfuse. E la narrazione della piena resa dei Privernati mira a giustificare il diritto di Roma di trattare come w dediticii „ quegli antichi alleati, che dopo una fiera resistenza, avevano osato chiedere di essere considerati come uomini liberi. (2) Questi risultati cronologici sono confermati dall'esame delle relazioni di Roma con Anzio e con Capua verso il 318-313 a. C. Nel 338 a. C., distrutta la flotta degli Anziati, i Romani avrebbero per giunta impedito a costoro di navigare. Ma pochi anni dopo, ossia fra il 335 ed il 331 a. C., Alessandro di Epiro si doleva con i Romani delle piraterie degli Anziati, e lo stesso lamento è ripetuto qualche decennio dopo, probabilmente verso il 290 a. C. da Demetrio Poliorcete. E probabile pertanto che anche in questo caso siano state fra loro confuse deliberazioni prese in tempi diversi. Certo la pirateria degli Anziati non ebbe termine nel 338 a. C. e durò ancora qualche decennio dopo il 318-313 a. C. ; alla stessa maniera la colonna Maenia anziché nel 338, secondo un'altra versione, sarebbe stata innalzata in onore del vincitore di Anzio versoil 318 a. C. (3)
(l) V. s. p. 256; cfr. al cap. sg.
O Liv. Vili, 20, 6 sqq.; Dion. Hal. XIV, 13; Val. Max. VI, 2, 1. Il finepolitico di presupporre una piena u dedicio „ spiega le parole attribuite ai Fondani: u agros urbem corpora ipsorum coniugunique ac liberorum suorum in potestate populi Romani esse futuraque, „ Liv. Vili, 19, 12 ad a. 330.
(3) Strabone, V, p. 232 C, dopo aver ricordato i lamenti di Demetrio Poliorcete, che pur restituendo i predoni Anziati ai Romani avrebbe loro ricordato
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (343/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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