Storia di Roma di Ettore Pais
298 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
inviati a Capua e della istituzione delle tribù Ufentina e Falerna. (*) Si comprende come verso il 318-313, dopo la ribellione di Capua, i Romani avessero occasione di assegnare ai loro cittadini quel territorio posto a nord del Volturno, che costituiva la tribù Falerna. È invece inconcepibile che ciò si potesse fare sino dal 340, dopo la vittoria di Suessa, ossia di Trifano, e che in quest'anno si fosse deliberata una assegnazione del territorio di Priverno, la quale ansi accorda, per quel che pare, anche quello sull'alleanza che i Romani avrebbero fatto con i Rodi sino dal 306 circa a. C., v. Polyb. XXX, 5, 6.
Che gli Anziati avessero relazioni con la Grecia risulta dal culto di Escu-lapio, dacché quanto narra Ovidio, metani. XV, 719 sqq., sul serpente che si sarebbe fermato ad Anzio innanzi di giungere a Roma, si collega con una versione secondo la quale la città volsca o prima o contemporaneamente a Roma avrebbe ricevuto da Epidauro il serpente di Esculapio. Se poi fosse un anziate od un romano ovvero un etrusco quel pirata ricordato da Diodoro, XVI, 82, 2, per l'anno 339 a. C. ove parla del tirreno Postumio che con dodici navi entrò nel porto di Siracusa, quasi fosse amico, e che da Timoleonte fu fatto uccidere (proprio l'opposto di ciò che avvenne al tempo di Vene, v. Cic. Verr. a. s. V, 24, 63 sqq.;, è vano voler determinare con esattezza. Strabone, V, p. 232 C, dice, è vero, che gli Anziati nel pirateggiare si unirono ai Tirreni. Ma nou va dimenticato che anche i Romani, lo abbiamo più volte dovuto rilevare, dai Greci furono talora reputati e chiamati Tirreni. Certo il nome di Postumio non porge un dato da cui si possa ricavare una conclusione etnografica troppo precisa.
Dalla fonte di Plinio, XXXIV, 20, parrebbe potersi poi ricavare che non solo i a vostra „ delle navi degli Anziati, cfr. Liv. VIII, 14, 8, ma che anche la colonna di Menio tu innalzata nel 338 in seguito alla vittoria di questo console sugli Anziati e sui Latini. Ma da Festo, p. 134 s. v. Maeniana, risulta che tal colonna fu innalzata durante la censura di un Menio. Ora l'unico censore Menio è quello del 318 il console del 338, il dittatore del 320 o del 314 a. C. Sulla data dei monumenti riferiti al 338 a. C. v. però quanto osserviamo in fine a questo capitolo.
(l) Non occorre insistere per far rilevare che le parole di Livio, IX, 20, 10: * et postquam res Capuae stabilitas Romana disciplina fama per socios vnl-gavit, Antiatibus quoque, qui siue legibus certis, si ne magistratibus agere qnerebantur, dati ab senatn ad iura statuenda ipsius colouie patroni, „ male si couciliano con la notizia della deduzione di una colonia sino dal 338, Liv. VIII, 14, 8.
Rispetto alla cronologia conviene poi ricordare che il 318 di Livio, IX, 20, risponde al 317 di Diodoro, XIX, 2; il 314 a. C. vavroniano al 313 a. C. di Diodoro, e che quest'ultimo XIX, 72 sgg. ricorda al 314-313 la congiura campana domata dal dittatore Menio, che Livio, IX, 20 sqq. ricorda parte per il 318, parte per il 314; sul che cfr. al cap. sg.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (345/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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