Storia di Roma di Ettore Pais

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      300 CAP. VII. - DALL INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      garanti della esattezza di quest'ultima data; va anzi osservato che di già nella guerra del 341 si afferma tolto ai Privernati quello stesso terreno, che si dice poi ad essi preso nel 338 a. C. (L)
      Tali ripetizioni intorno all'assegnazione di terre rispondono inV _
      tutto al duplice racconto della battaglia di Suessa e di Trifano. E quindi naturale che un simile fenomeno si riproduca rispetto alla " civitas sine suffragio, „ che sarebbe stata accordata ai cavalieri Campani nel 340 e poi da capo nel 338 a. C. Ma mentre le notizie relative all'agro campano e privernate ad Anzio ed a Priverno paiono non essere state spostate che di qualche decennio, quelle relative alla cittadinanza accordata ai Campani nel 340, al pari di tutte le narrazioni sulle relazioni di Roma con questa città per il secolo IV, contengono tali particolari, che ove anche non debbano essere spiegati con uno dei soliti imprestiti alla storia della seconda guerra punica, non si adattano che ai tempi posteriori alla definitiva partenza di Pirro dall' Italia. (-)
      Scaptia ignoriamo (su ciò v. oltre); ma che la tribù Maecia fosse costituita originariamente cou il territorio vicino a Lanuvio si ricava giustamente da Paul. ep. Fest. p. 136 M s. v. cfr. con Liv. VI, 2, 8. Ora nel determinare la località della città Scaptia, va appunto tenuto conto del fatto che la tribù di questo nome fu creata contemporaneamente alla Maecia, allo stesso modo che si riferivano a località limitrofe le creazioni anteriori o successive di altre tribù. Ciò vale ad es. cosi per le tribù Arniense, Stellatina, Tromentina e Sabatina che la tradizione fa sorgere nel 389 a. C. come rispetto alle Aniense ed alla Teretina istituite nel 300 a. C.
      C) Liv. Vili, 1, 3; cfr. Vili, 11, 13.
      (2) Cfr. Liv. Vili, 11, 16; con 14, 10; il più superficiale esame di queste due notizie, mostra che esse si escludono a vicenda. Inoltre Livio, Vili, 11, 16, parlando della fedeltà dei cavalieri campani premiati dopo la battaglia di Ve-seris (340 a. C.) dice: tt equitibus Campanis civitas Romana data, monumento ut esset, aeneam tabulam in aede Castoris Romae fixerunt. vectigal quoque eis Campanus populns inssus pendere in singulos quotaunis — fuere autem mille et sexcenti — denarios nummos quadringenos quinquagenos „. Ma a parte il fatto che, come abbiamo notato, il particolare della cittadinanza data ai Campani ricompare dopo la vittoria del 338 a. C., Liv. Vili, 14, 10, allo stesso modo che due volte compariscono le medesime confische ed assegnazioni di terre, offendono la menzione dei " deuarii v e la dichiarazione circa il doversi questi pagare dal popolo romano. Dovremmo invece pensare l'opposto a proposito di coloro che secondo la tradizione sarebbero stati 14 deditieii „ dal 343 a. C. Ma tutto codesto


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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