Storia di Roma di Ettore Pais

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      302 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      delle notizie sui rapporti di Roma con i Sanniti e con gli Apuli. (') Stando alla stessa versione liviana, nel 330 a. C. i Lucani ricorrono per la prima volta alla efficace protezione romana, che impone ai Sanniti di non molestare i loro amici ed alleati. (*) Orbene, quat-tr anni di poi, lo stesso autore dichiara che fra i Lucani ed i Romani non erano ancora esistite relazioni. (3) Inoltre l'intervento de' Romani a favore dei Lucani fino dal 330 non risponde del tutto al-
      Liv. XXVI, 5, e che continuò a prestar servizio negli eserciti romani. Una parte ilei Campani iufatti, anche dopo la distruzione del loro Stato, e sebbene venissero trasportati in varie regioni del paese posto a nord del Liris e del Volturno, fini per ottenere di essere censita a Roma e di prendere in moglie donne romane, Liv. XXXVIII, 28; 36 ad a. 189, 188 a. C. Ciò che implica evidentemente un parziale perdono e va riconnesso in parte con quella reciprocità dell' u ius conubii, „ per cui forse si parlava delle * cognatio „ con i Campani v. ad es. Livio, XXIII, 2; 5; Diod. XXVI, 17, cosi come per quella verso i Latini, Dion. Hal. VI, 50; VIII, 69; XI, 2. Non va infatti dimenticato che nel territorio posto a nord del Volturno, tanto è a dire nell'agro Stellate e Falerno vennero collocati i Campani, che erano passati dalla parte dei Romani prima che Annibale andasse a Capua, e che altri Campani, oltre ad Oppia ed a Cluvia ottennero probabilmente un trattamento di favore, Liv. XXVI, 34. E con la presenza a Roma di Campani aventi ancora le loro sostanze, sebbene Capua fosse già stata presa e come Stato distrutta, si collega la storia degli incendi del 210 a. C. Liv. XXVII, 2; cfr. XXVI, 10.
      Anche il numero di milleseicento cavalieri Campani (tenendo conto che alla battaglia di Sentino erano solo cinquecento, e che vi appariscono come un'ala di soci, Liv. X, 9, 12), parrebbe convenire a tempi posteriori.
      Disgraziatamente le notizie di Polibio, II, 24, sulla leva del 225 a. C. non ci mettono in grado di stabilire quale fosse il preciso contingente della cavalleria Campana, dacché mentre i Campani sono ricordati accanto ai Romani, ove si parla delle milizie non chiamate alle armi, nell'elenco delle forze sotto le anni o lasciate in riserva a Roma, non appare come i cavalieri Campani fossero distribuiti. Su ciò torneremo a discutere. Intanto è chiaro che quand'anche le indicazioni date da Livio per Tanno 340 non corrispondessero a ciò che avvenne nel III secolo, esse presuppongono condizioni finanziarie in ogni caso non anteriori al 268 a. C.
      (!) Su Tibur v. Liv. IX, 30 ad a. 312 a. C. ; cfr. al cap. sg.
      O Liv. Vili, 19, 1 : cuius principio anni legati ex Volscis Fabraterni et Lucani Romani veuerunt orantes, ut in fidem reciperentur cet. „
      Liv. Vili, 25, 3 : u Lucani atque Apuli, quibus gentibus nihil ad eam diem cum Romano populo fuerat, in fìdem venerunt, arma virosque ad bellum pollicentes; foedere ergo in amicitiam accepti r; cfr. ib. 27, 2.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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