Storia di Roma di Ettore Pais

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      310 CAI\ VII. - DALL' INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      i Ceriti, per i primi, ottennero la " civitas Romana sine suffragio „. Non s'intende come si accordasse loro la pace per un certo numero d'anni, ove fossero stati sin d'allora e definitivamente incorporati nello Stato romano. Da questa notizia sarebbe piuttosto lecito ricavare la conclusione opposta, ossia che i Ceriti continuarono a formare uno Stato a se. D'altra parte, da un'altra tradizione più veritiera, solo per il 273 a. C. si parla di quella guerra che dovette provocare da parte dei Ceriti umile domanda di perdono. Ossia se ne discorre per ranno successivo alla partenza di Pirro, allorché i Romani, avendo finalmente libere le mani, ebbero agio di punire i soci ribelli o per lo meno poco ossequienti. In questa occasione essi tolsero infatti ai Ceriti metà del loro territorio. (*)
      Solo nel 273 a. C., se non più tardi, per quanto è lecito ricavare da ragionevoli conclusioni basate sull'esame dei pochi dati superstiti, i Ceriti entrarono pertanto nella categoria dei " cives sine suffragio „. (2) Si comprende quindi perchè nei due trattativ. al caji. sg.) ignoriamo. Non abbiamo quindi modo di stabilire se le navi romane, che, al caso prima del 314, si recarono sulla spiaggia della Corsica, si accostarono ad un porto sottoposto al dominio di Cere, anziché di qualche altro stato etrusco amico o nemico. Ne è fuori di proposito ricordare che ignoriamo del pari sotto quale dominio o protettorato fosse ormai il Sopcocouctcov XijjlVjv, di cui si parla ancora per gli ultimi tempi della repubblica e per quelli dell'impero, Diod. V, 13; Ptol. Ili, 2, 5, il cui nome si riconnette con le spedizioni siracusane contro la Corsica del V o del IV secolo a. C. Non è infatti escluso che la Corsica sia stata visitata dalle navi di Agatocle, l'alleato dei Tirreni e dei Liguri, che dalle sue navi fece forse percorrere anche le coste della Sardegna, Diod. XXI, 3; 16.
      (1; Cass. Dio, fr. 33, p. 138 B: stp^vvjs stiì xco fatasif2) II solo fatto del terreno tolto ai Ceriti non prova nulla. Ciò si potrebbe spiegare anche con la successiva condizione di Stato federato. Per lasciare da parte esempi di età posteriore e ben conosciuta (si pensi ad es. agli ultimi anni della libera repubblica ed al territorio di Marsiglia e di Atene), gioverà ricordare come, secondo la stessa tradizione, nel 338 a. C. Preneste e Tibur, pur rimanendo federate, vennero private in parte del loro territorio, Liv. Vili, 14, 9.
      Cosi non sarebbe lecito ricavare nessuna notizia dal passo di Livio, XXVIII, 45. in cui si porge l'elenco dei popoli, che nel 205 dettero aiuti volontari a Scipione, che si preparava ad andare in. Africa. Nell'elenco liviano infatti sono ricordati fra gli Etruschi, oltre ai Ceriti, i Populoniensi, i Tarquiniensi, i Volterrani, i Perusiui, i Chiusini, i Rossellaui, che dettero materie navali. Soldati


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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